Google, Facebook e Microsoft insieme: “santa alleanza” 2.0 contro il digital divide

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social_network4Il Progetto si chiama Alliance for Affordable Internet, “alleanza per una rete alla portata di tutti”. Ovvero, tentare di ridurre il costo di accesso al web per aumentare la popolazione connessa sul Pianeta. E’ questo l’obiettivo dei colossi del web per ridurre il divario digitale e aiutare soprattutto i paesi più poveri. Una iniziativa che fa seguito al progetto lanciato da Mark Zuckerberg a fine agosto per connettere alla Rete i cinque miliardi di persone al mondo che attualmente ne sono escluse, partendo dal principio che Internet “è un diritto umano”. Al progetto, il cui acronimo è ‘A4AI’, fanno parte big della tecnologia come Google, Facebook, Microsoft, Yahoo!, Intel, Cisco, Alcatel-Lucent, Ericsson, ma anche agenzie governative di Stati Uniti e Regno Unito, organizzazioni filantropiche e il padre del web Tim Berners Lee. “Lo scopo dell’Alleanza è semplice, la maggioranza delle persone nel mondo non sono ancora online perché non se lo possono permettere”, spiega Berners Lee che citando uno studio recente spiega come un 1Gb di dati può costare ad un abitante del Mozambico mediamente due mesi di stipendio. “Il risultato dei prezzi alti è proprio il ‘digital divide’ – continua – e se arriveranno smartphone economici e un ampliamento della rete wireless il divario digitale cadrà”. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla International Telecommunication Union (ITU) circa 2,7 miliardi di ‘netizen’, cioè cittadini sul web, spendono mediamente il 30 per cento del proprio reddito in servizi di accesso alla Rete. Per questo, uno degli obiettivi dell’Alleanza sarà di contenere il costo mensile dei servizi di connettività fino al 5 per cento del reddito mensile di ciascun abitante. Le aziende partner di ‘A4AI’ si concentrano sull’adozione di specifiche policy per la creazione del giusto ecosistema soprattutto in favore dei paesi in via di sviluppo e chiamano in causa i singoli governi nazionali sperando nel sì di almeno dieci nazioni entro la fine del 2015. Sarà poi stilato annualmente un rapporto che faccia periodicamente il punto dei progressi maturati. Il progetto rientra nel filone dei piani a cui sta già lavorando Google con i suoi ‘loon’ in Africa, i palloni aerostatici con antenne radio. Ma va anche in scia del progetto Internet.org lanciato da Mark Zuckerberg a fine agosto per connettere i 5 miliardi di persone al mondo fuori dal web, spingendo soprattutto sul ‘mobile’, settore in cui Facebook va forte.

fonte: Repubblica.it

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