A partire da oggi, infatti, gli editori d’Oltralpe potranno presentare i propri progetti sul sito del fondo, frutto dell’accordo siglato all’inizio di quest’anno che ha messo fine al contenzioso tra Google e gli editori francesi. Questi ultimi esigevano dal motore di ricerca il pagamento di una tassa assimilabile ai diritti d’autore, in cambio degli introiti che Google realizza grazie ai loro contenuti. Dal canto suo, il gigante di Mountain View aveva annunciato nei mesi scorsi che non avrebbe più divulgato i contenuti dei media francesi se fosse stato costretto a pagare la tassa. I progetti saranno selezionati sulla base di criteri che comprendono l’innovazione, il business plan, l’impatto potenziale, le nuove offerte create per i lettori e la produzione originale di contenuti editoriali e giornalistici. Non è vicenda da poco, perché gli editori di tutto il mondo hanno sempre accusato Google di lucrare sul loro lavoro. I link alle notizie sono una parte consistente delle pagine viste e quindi dei ricavi pubblicitari di Google, che finora ha ignorato (o quasi) le proteste. Il motore di ricerca dice che ogni mese rilancia quattro miliardi di clic sui siti dei giornali, e ciò dovrebbe bastare. I primi progetti da finanziare con il FINP, dice Google, si possono presentare da oggi al 10 ottobre sul sito ufficiale. Saranno esaminati il 17 ottobre dal consiglio di amministrazione composto da rappresentanti di Google, dell’editoria e da personalità indipendenti. I finanziamenti sono disponibili per tutti gli editori di siti web di informazione generalista e politica.