L’Unione Europea ha approvato l’acquisizione del Gruppo Motorola Mobility da parte di Google per 12,5 miliardi di dollari. Le Autorità non hanno riscontrato rischi evidenti di concentrazione e abuso di posizione dominate che siano di ostacolo alla concorrenza nel settore, pur non rinunciando a monitorare l’utilizzo dei 17mila brevetti incamerati da BigG.
«Abbiamo approvato l’acquisizione perché, dopo un attento esame, siamo arrivati alla conclusione che questa transazione non solleva problemi in merito alla concorrenza – ha spiegato il commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia – l’accordo non cambierà lo scenario dei dispositivi mobili». Almunia ha tuttavia specificato che «il possibile abuso da parte di Google di questi brevetti resta una preoccupazione».
Tutte le attenzioni saranno rivolte ora alle licenze di tipo FRAND (in particolare i brevetti per lo standard IEEE 802.11 basic per il Wi-Fi e l’AVC/H.264, utilizzato per la codifica video) che BigG dovrà concedere secondo parametri di impiego equo, ragionevole e non discriminatorio, in quanto fondamentali per l’adesione agli standard per lo sviluppo delle telecomunicazioni mobili.
Apple in una comunicazione all’ETSI di novembre aveva posto in rilievo la necessità di fissare royalties appropriate per i brevetti tecnologici funzionali alla realizzazione dei dispositivi mobili. I legali di Google avevano già assicurato i vertici dei maggiori Enti di standardizzazione, sul proprio atteggiamento di apertura.
Il nullaosta accordato ieri dalla Commissione consentirà ora al colosso della ricerca di mettere le mani su tutti gli asset acquisiti da Motorola ed espandere così l’ecosistema Android su device di propria produzione. In settimana anche il Dipartimento di Giustizia dovrebbe pronunciare il proprio verdetto sull’acquisizione.