GOOGLE ALLA RICERCA DELL’ALGORITMO INTELLIGENTE CHE PENSA AL POSTO NOSTRO: IL KNOWLEDGE GRAFH

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Il Knowledge Graph è un algoritmo che pensa come il cervello umano. Capisce il senso delle nostre ricerche e ci suggerisce risposte anche alle domande che non avevamo ancora pensato. «Google sta cercando di costruire informazioni sulle connessioni presenti nel mondo reale. Stiamo passando da un motore di ricerca basato sulle informazioni a un sistema basato sulla conoscenza», affermano da Montain View.
Knowledge Graph è già stato lanciato da Google nel maggio 2012. E contiene, “in archivio”, miliardi di informazioni e di relazioni tra più contenuti. Ora il colosso a stelle e strisce sta cercando di perfezionarlo con l’aiuto di Ray Kurzweil, esperto informatico specializzato nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.
L’obiettivo di Knowledge Graph è quello di fornire all’utente le informazioni più pertinenti nel minor tempo possibile. Il “servizio”, in realtà è già offerto da Google. Tuttavia, la società fondata da Lerry Page e Sergey Brin vuole migliorarlo. Lo scopo è capire il “senso” e il significato della ricerca e dare all’internauta una vasta gamma di informazioni che non solo soddisfano il bisogno primario della singola ricerca, ma che amplino la navigazione a tutti i risultati collegati.
La funzione di questo algoritmo, a prima vista, potrebbe sembrare astrusa. Un esempio, però, aiuterà a capire meglio le sue potenzialità. E (tanto per cambiare) basta digitare Knoledge Graph per trovare un sito di Google addetto a dare spiegazioni (per chi volesse sbizzarrirsi l’indirizzo è il
seguente:http://www.google.it/intl/it/insidesearch/features/search/knowledge.html)
«Scopri i dettagli di una delle più importanti innovazioni per il futuro della ricerca. Scopri come funziona questo nuovo strumento con i membri della squadra che lo ha sviluppato». E anche «trova le risposte alle domande a cui non hai ancora pensato». È così che viene presentato l’innovativo sistema.
«Google sta cercando di costruire informazioni sulle connessioni presenti nel mondo reale. L’oggetto può essere una persona, un libro, un film, o altro», afferma un tecnico dello staff di Knoledge Graph.
Ma veniamo all’esempio cui accennavano prima. Supponiamo che ci interessino gli scrittori che hanno vinto il Premio Nobel, oppure i pittori del Rinascimento. Ecco che basta digitare le parole chiave e Google ci fornisce una serie di informazioni che spaziano tra questi contenuti. Approfondiamo ancora di più l’esempio. Usiamo la stessa dimostrazione che presenta il sito di Knowledge. Se scriviamo “Brunelleschi strutture”, il sistema capisce la connessione semantica tra le due parole. Quindi ci verranno proposte tutte le informazioni relative al pittore rinascimentale e alle sue opere. E tramite le “ricerche correlate” potremo accedere anche ai contenuti relativi ad altri artisti della stessa epoca di Brunelleschi come Donatello, Leon Battista Alberti, Lorenzo Ghiberti, ecc.
«Stiamo passando da un motore di ricerca basato sulle informazioni a un sistema basato sulla conoscenza», affermano con soddisfazione da Montain View. E in effetti la conoscenza non è altro che una relazione tra singole informazioni.
Inoltre Knowledge migliora con l’utilizzo, proprio come il cervello umano. Ad esempio le connessioni tra informazioni diventano sempre più “solide, veloci ed efficaci” con l’allargarsi delle stesse ricerche. In tal modo il sistema, se “sollecitato” dalle stesse domande, le capisce meglio. E di conseguenza le risposte diventano sempre più pertinenti. Non a caso Knowledge Graph , il “grafico della conoscenza”, è in continua evoluzione ed espansione.
Dunque avremo un vero e proprio modello matematico che, conoscendo la sintassi e la semantica del linguaggio umano, coglierà al volo le nostre intenzioni e ci porgerà su un piatto d’argento tutto ciò di cui abbiamo bisogno nella ricerca. E per fare questo dovrà “ragionare” come un cervello. Anzi come una “super-mente” che collega le richieste di informazioni con il mondo delle rete.
Ma quale è il prezzo di questo servizio? Apparentemente nessuno. Tutto è gratuito. Di certo, però, Google non è un ente di beneficenza. Il re dei motori di ricerca, è risaputo, si finanzia con la pubblicità. E poi: più Google è efficiente, più viene cliccato. Morale della favola: se Knowledge Graph funzionerà così come si augurano a Montain View, miliardi di occhi guarderanno quelle pagine. Le quali saranno inevitabilmente “adornate” di suggerimenti commerciali. E magari pubblicizzeranno proprio le cose che cerchiamo di più e di cui non sapevano ancora di avere bisogno.
Gli sviluppatori di Google sono decisi ad andare avanti. L’obiettivo è avere un motore di ricerca che sabbia rispondere a domande complesse con più variabili in pochi attimi. Un tecnico indiano ha affermato che i sistemi del futuro saranno capaci di rispondere anche a quesiti di questo tipo: «Quale è il periodo migliore per seminare in India, visto che il monsone è arrivato prima quest’anno?». “Profeticamente…inquietante”.

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