Grazie alla presenza dei contenuti degli editori italiani nelle sue pagine di ricerca Google ottiene il 15% del fatturato generato nella Penisola. Una fetta non enorme, ma nemmeno trascurabile se si pensa che la pubblicità online è in continua crescita. La stima è stata fatta da Nielsen su richiesta della Fieg, la Federazione italiana editori di giornali, e presentata da quest’ultima nelle audizioni che l’Antitrust ha tenuto durante l’inchiesta per abuso di posizione dominante sul motore (archiviata grazie agli impegni presentati da Google). In termini assoluti (Nielsen ha fornito soltanto una stima sulla percentuale) si parla di 37/47 milioni di euro e su questi gli editori recriminano la loro parte.
I calcoli non sono facili perché i ricavi da search advertising sono in capo alla società Google Ireland, e non passano, per motivi fiscali su Google Italia. Quindi, a oggi, non si conosce il vero fatturato italiano di Google. Fcp-Assointemet, la fonte ufficiale del mercato pubblicitario italiano per l’online, con proprie stime, aveva calcolato in 318 milioni di euro il search advertising nel 2009, in crescita dell’Ileo sul 2008. L’anno scorso si è fermata a metà anno perché Google (che comunque non aveva mai collaborato) ha chiesto che fossero bloccati i dati sul search perché non veritieri.
Dal canto suo, Nielsen ha calcolato per la Fieg che nei risultati del motore (non in Google News), i contenuti degli editori spesso appaiono nelle prime posizioni e risultano attraenti per gli utenti, per ciò parte dei ricavi pubblicitari si possono ricondurre alla loro presenza. Ma la Fieg va oltre Google e il presidente, Carlo Malinconico, spiega a ItaliaOggi che si concentreranno su una proposta normativa che metta insieme le ragioni dei motori di ricerca, o comunque di chi usa i contenuti sul web (per esempio le rassegne stampa), e quelle degli editori.
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