Facebook farà un esperimento sociale per capire quanto “pesa” in fase di campagna elettorale. Lo ha annunciato Nick Clegg, vicepresidente del colosso di Menlo Park. Ha detto che il social pagherà la bellezza di 120 dollari (venti a settimana) a coloro i quali, capitati a sorte in un gruppo di studio, accetteranno di azzittirsi, spegnendo i loro account, durante la campagna Usa 2020.
Eppure la politica, sir Nick Clegg, la dovrebbe conoscere tanto bene da evitarsi iniziative del genere. Fu, infatti, autore di una (mezza) rivoluzione politica in Gran Bretagna quando, da leader dei liberal-conservatori, quasi ruppe il secolare bipolarismo tra laburisti e Tories e, in cambio dell’alleanza all’ex leader di questi, David Cameron, divenne nel 2010 vicepremier.
Della viralità, poi, Clegg dovrebbe essere ancora più esperto dal momento che (sette anni prima che in Italia arrivasse il musical-tormentone di “Sono Giorgia, sono una donna…”) dichiarò in radio di scusarsi per le promesse non mantenute dal suo partito e le sue scuse finirono in un remix che diventò un tormentone Oltremanica.
Ma saremmo stolti a credere che Clegg non conosca le dinamiche della politica. Anzi, in questo frangente, si dimostra un autentico maestro nell’arte di gettare fumo negli occhi: Facebook è nel mirino di tutti gli osservatori per la sua influenza in tempo di elezioni? Annunciamo chissà che, facciamola passare per chissà cosa, e l’opinione pubblica è tranquilla. Chapeau.
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