In una lettera pubblicata due anni fa da numerosi quotidiani, la giornalista Lucia Esposito criticava Roberto Saviano per essersi allontanato dalla città di Napoli e di aver romanzato con i suoi libri la lotta contro la Camorra nel capoluogo partenopeo. A distanza di due anni, anche nei giorni scorsi le parole della giornalista sono state riprese da diversi quotidiani che hanno eretto la reporter eroina di trincea nella sua lotta contro la camorra. Le sue dichiarazioni sono cadute nel calderone della polemica che ha coinvolto il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il giornalista Roberto Saviano. Le parole della cronista napoletana sono state oggetto di strumentalizzazione politica e mediatica da parte di alcuni quotidiani di destra, e non solo, d’accordo con il leader della Lega Matteo Salvini che ha espresso più volte la volontà di togliere la scorta all’autore di Gomorra, definendola inutile e dispendiosa per lo stato. Questa polemica merita più di una riflessione, ma procediamo per gradi. A una certa stampa è bene ricordare che gli eroi e le eroine in questo caso, esistono solo nei film, ma esistono invece giornalisti che combattono in prima linea con l’informazione la Camorra. Gli eroi e le eroine esistono solo nei film, perchè non saranno queste ad aiutare i cittadini spaventati da scontri a fuoco per le strade, chiusi nei silenzi di chi ha paura, ad abbattere il muro di omertà con cui la malavita si alimenta. Una corretta informazione è l’unica via per fare veramente qualcosa. La magistratura ha ritenuto opportuno proteggere e offrire a Saviano la scorta, tanto criticata dal Ministro, invitandolo a lasciare la Campania perché minacciato dal club dei Casalesi che altrimenti l’avrebbero ucciso senza pietà, come la malavita sa fare. Alla giornalista Luciana Esposito merita invece spendere due parole, che oggi fa dietrofront su quanto scritto due anni fa, definendo la sua lettera “lo sfogo di una giornalista spaventata”. La cronista con la sua lettera è caduta nel sensazionalismo mediatico e nella strumentalizzazione politica di cui Luciana Esposito accusava Roberto Saviano , ma Napoli non ha bisogno di questo per combattere il cancro della Camorra. La decisione di Roberto Saviano di allontanarsi da Napoli è una scelta che va rispettato, ripeto non ci sono eroi o eroine, ma solo giornalisti che ogni giorno in tutta Italia combattono la Camorra e le Mafie. Roberto Saviano ha sdoganato dai luoghi comuni l’opinione pubblica che avvolgeva Napoli fino a soffocarla. Roberto Saviano, è un giornalista , come Luciana Esposito , che ha deciso di combattere il male che colpisce la sua terra che la cronista nella sua lettera ha detto “di respirare con i suoi polmoni”. La lotta alla camorra non è una lotta a chi è più coraggioso, ma parliamo di un cancro che uccide senza pietà se vuole e non fa sconti a nessuno, togliendoti il respiro. Nei giorni scorsi la giornalista ha fatto dietro front e ha dichiarato con una lettera che le sue parole sono state oggetto di strumentalizzazione politica e mediatica. “Mi dissocio, ancor più, dalla strumentalizzazione della mia immagine e dei contenuti riportati in quell’articolo, attuata attraverso i social da diverse correnti politiche, con il chiaro intento di indurre l’opinione pubblica a convincersi che rimuovere la protezione di cui dispone lo scrittore napoletano sia un provvedimento giusto e di cui compiacersi; il contenuto di quella lettera, pubblicata dalla sottoscritta due anni fa, ci tengo a ribadirlo nuovamente, va inteso e interpretato come lo sfogo di una giovane donna, oltre che di una giornalista, che viveva in una situazione difficile, costretta a confrontarsi con pericoli e minacce costanti. La critica mossa a suo tempo allo scrittore, mirava più alla forma che alla sostanza, in quanto non ne condivido talune scelte editoriali e comportamentali. In quelle parole non si fa riferimento alcuno al sistema di protezione al quale è sottoposto né all’effettivo grado di pericolo al quale è esposto Roberto Saviano, perché oggi come allora, reputo che queste valutazioni spettino a chi ha le competenze appropriate, oltre che della reale e completa conoscenza dei fatti. In quelle parole non si fa riferimento alcuno al sistema di protezione al quale è sottoposto nè all’effettivo grado di pericolo al quale è esposto Roberto Saviano, in quanto, oggi come allora, reputo che queste valutazioni spettino a chi dispone delle competenze appropriate, oltre che della reale e completa conoscenza dei fatti. IoStoConRoberto Saviano#, ha scritto la giornalista “ perchè reputo che, a prescindere dal fatto che quello che fa e che dice, possa essere più o meno condivisibile, ha il diritto di dire e fare liberamente quello che pensa ed è un mio preciso dovere associarmi al coro di voci che si stanno battendo per salvaguardare la libertà di espressione, non di uno scrittore, ma di tutti”. La giornalista, scrive nella lettera condivide la decisione dello scrittore di aver accettato la scorta, per proteggersi dalla Camorra che minaccia di ucciderlo.
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