“A seguito di specifica richiesta, avanzata dalle associazioni degli editori, dal 10 aprile, la rassegna stampa quotidiana non è più accessibile”, è il comunicato comparso ieri sul sito internet di palazzo Chigi e che ben presto potrebbe campeggiare al posto delle principali rassegne stampa finora gratis e aperte a tutti. Sì, perché il pressing degli editori non è stato soltanto nei confronti della sede del Consiglio dei ministri, che ha raccolto l’invito, ma di tutte le pubbliche amministrazioni, Camera e Senato compresi. “Sul sito internet della vostra amministrazione”, si legge ancora nella lettera firmata da Fieg, Uspi, Anes, Mediacoop e Fisc, “è prassi consolidata la diffusione di rassegne stampa liberamente accessibili (…). Le pagine della rassegna diventano così un vero e proprio sito di informazione digitale, autonomo e concorrente rispetto alle sue stesse fonti”.
Lo scorso gennaio era già stata resa inaccessibile al pubblico la rassegna stampa online del ministero dell’Economia. Anche il sito del ministero del Lavoro, su specifica disposizione del ministro Elsa Fornero, si è già prontamente adeguato.
Addio, dunque, a tutti i contenuti disponibili per il download in formato pdf o sotto forma di documento di testo txt, senza formattazione, di tutte le principali testate giornalistiche disponibili fin dalle ore 10.30 della mattina. Finché la materia non sarà meglio regolamentata, solo chi avrà l’accesso Intranet potrà vedere le prime pagine e leggere gli editoriali e gli articoli più importanti del giorno gratis.. Nella lettera degli editori, si fa riferimento anche all’individuazione di “un modello specifico di licenza d’uso dei prodotti editoriali”.
Solo gli iscritti all’albo professionale, cioè i giornalisti, possono firmare i comunicati stampa. Ciò che…
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