Mediaset e L’Espresso uniti contro un “nemico” comune: quel Google “parassita che prende i nostri contenuti e al quale non dobbiamo più dare pasti gratis”. Il problema è tornato alla ribalta, a Capri, nel corso del convegno sulle tlc.
“L’arena competitiva si farà più complessa – ha detto Confalonieri – con l’ingresso di player che tenteranno di proporsi come nuovi aggregatori. In questo contesto non solo il possesso ma anche la difesa dei contenuti premium dalla pirateria sarà essenziale e la lotta a questo fenomeno diventa centrale per ogni produttore di contenuti e andrà condotta con tutte le armi disponibili, rinforzando la tutela della proprietà intellettuale per proteggersi da quei gruppi che la violano sistematicamente”.
Secondo De Benedetti e Confalonieri, il modello da sfruttare dovrebbe essere quello della divisione dei ricavi tra piattaforme e produttori di applicazioni, come sta avvenendo per l’iTunes della Apple.
Ma quella tra Google e gli editori è una querelle che si sta combattendo anche nei tribunali: recente è la vittoria “spagnola” di Youtube contro Telecinco, l’emittente controllata proprio da Mediaset, con una sentenza che sancisce un principio “vitale” per la piattaforma video di Google: nessun obbligo di controlli preventivi sui contenuti. Decisione di segno opposto è invece quella del Tribunale di Roma del dicembre scorso, ancora tra Cotogno Monzese e Youtube per i video del Grande Fratello. Sentenza confermata da un’ordinanza che ha respinto il ricorso di Google e obbligato la piattaforma a togliere i video caricati “illecitamente” dagli utenti.
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