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GIUNCO (FRT): PER TV LOCALI IMPOSSIBILE LIBERARE CANALI 61-69

«A queste condizioni le emittenti locali che trasmettono in digitale sui canali 61-69 non potranno liberare spontaneamente le frequenze per consegnarle alle compagnie telefoniche che dovranno utilizzarle per i servizi in banda larga». Lo ha dichiarato Maurizio Giunco dell’Associazione Tv Locali (FRT) che vuole vederci chiaro sulle modalità e le condizioni di liberazione dei canali. «La nostra posizione sulla materia è sempre la stessa – continua Giunco – e la ribadiremo anche al nuovo governo: le tv locali sono state penalizzate dalle norme sul c.d. dividendo digitale esterno che prevedono l’esproprio coattivo delle frequenze in cambio di un indennizzo decisamente inadeguato ed iniquo».
Le dichiarazioni del Presidente Giunco, arrivano in risposta a quelle rilasciate Direttore Generale della Direzione per la gestione e pianificazione dello spettro del Ministero dello Sviluppo Economico il quale, intervenendo al seminario “Larga banda mobile: le aste per l’assegnazione delle frequenze LTE in Europa e lo sviluppo delle reti” organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni, ha dichiarato che «Molte frequenze a 800 Mhz sono già utilizzabili» riferendosi ai canali 61-69 non assegnati alle tv locali nelle regioni digitalizzate con le nuove norme riguardanti le tv locali.
Sulla questione relativa ai canali 61-69 va detto che il passato governo è intervenuto nel giro di pochi mesi con l’approvazione di più norme tra loro contrastanti: con la Legge di Stabilità 2011 (L.220/2010) aveva fissato l’importo dell’indennizzo nel 10%, con un tetto di 240 milioni di euro delle entrate previste dalla vendita delle frequenze fissate in 2,4 miliardi di euro. Le emittenti locali avevano fatto sapere che tale somma (240 mln.) oltre ad essere ben lontana dal valore di mercato delle frequenze era addirittura insufficiente a ripagare le imprese degli investimenti realizzati obbligatoriamente per il passaggio al digitale terrestre; con il DL 34/2011 (Decreto omnibus) è stato introdotto il sistema delle graduatorie regionali per l’assegnazione delle frequenze agli operatori di rete locali.
Nel frattempo anche il segretario dell’Agcom, Roberto Viola, nel corso di un’intervista rilasciata al “Corriere delle Comunicazioni” aveva fatto sapere che trovare ulteriori fondi (per l’esproprio dei canali 61-69, ndr) per le emittenti locali sarebbe stato auspicabile.
A luglio il Governo aveva approvato un provvedimento (poi convertito in legge) che di fatto superava il limite dei 240 milioni, disponendo che il 10% delle maggiori entrate della vendita delle frequenze poteva essere corrisposto a titolo di indennizzo per la liberazione delle frequenze. «In base a questa disposizione – continua il Presidente Giunco – considerato l’esito finale dell’asta, alle tv locali dovevano andare, ad integrazione dei 240 milioni di euro, circa 160 milioni, portando la somma complessiva a circa 400 milioni di euro, somma appena sufficiente a coprire gli investimenti effettuati dalle emittenti locali».
Oggi il quadro è di nuovo mutato. La legge di Stabilità 2012 ha riportato tutto alla L. 220/2010: niente integrazioni, l’indennizzo rimane pari a 240 milioni. «Con questi presupposti – rende noto Giunco – non è più possibile collaborare. Quelle tv locali che devono liberare le frequenze ….assegnate non più tardi di qualche mese fa e sulle quali hanno investito ingenti somme di denaro per ottemperare all’obbligo della digitalizzazione della rete non stanno facendo “ostruzionismo”, ma stanno semplicemente e legittimamente lottando per la sopravvivenza delle proprie aziende e per il riconoscimento di un equo indennizzo che certamente non è quello prospettato dalla Legge di Stabilità. Stiamo aspettando di conoscere il contenuto del decreto di liberazione dei canali 61-69 attualmente utilizzate dalle tv locali operanti in Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino e Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Si tratta di un numero molto significativo di emittenti locali che hanno il diritto di conoscere le modalità di riconsegna dei canali e di calcolo dell’indennizzo d’esproprio». Secondo il Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT la conclusione del processo di digitalizzazione prevista nel 2012 non sarà una passeggiata: «Quest’anno, grazie all’impegno della struttura ministeriale, coordinata dall’avv. Stefano Selli, – rende noto Giunco – il Ministero è riuscito nell’impresa ardua di completare la digitalizzazione di aree difficili come la Liguria e la Toscana. Finora l’Associazione Tv Locali, con senso di responsabilità, non ha osteggiato il processo ma, con le attuali regole previste nei bandi per l’assegnazione delle frequenze tramite graduatoria regionale, non sarà possibile digitalizzare regioni come la Sicilia, dove operano oltre 100 emittenti locali, e la Puglia. E’ necessario trovare le giuste soluzioni al fine di non danneggiare quelle emittenti televisive gestite da imprese strutturate in termini di fatturato, capitali investiti e numero di dipendenti e che hanno dimostrato di offrire programmi di qualità».

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