A margine delle celebrazioni per il centenario della Federazione nazionale della stampa, al teatro Capranica di Roma, Giuseppe Giulietti (Idv) e il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, hanno discusso davanti a un caffé dell’opportunità di ripartire dagli elementi comuni dei disegni di legge presentati nella legislatura appena finita dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi e, in quella precedente, dallo stesso Bonaiuti.
Giulietti è convinto che “La riforma si possa fare subito, nei primi sei mesi della legislatura, fondendo le parti comuni dei due ddl e assicurandole una corsia preferenziale in Parlamento. L’importante è rafforzare i poteri ispettivi del Dipartimento per l’editoria e verificare i criteri di concessione dei finanziamenti pubblici, tenendo fuori coloro che non rispettano le regole e i contratti”.
L’ipotesi trova favorevole il presidente della Federazione degli editori, Boris Biancheri. “Abbiamo parlato di rilanciare il processo legislativo per una riforma dell’editoria, come è stato tentato in questi anni sia dal centrodestra che dal centrosinistra”, ha spiegato Bonaiuti. “Credo che questo sia nell’interesse degli editori come dei giornalisti”. “Di una nuova legge c’é veramente bisogno. L’attuale normativa è arcaica rispetto alle necessità attuali: speriamo che dai due precedenti disegni di legge se ne tragga in modo consensuale uno solo, che abbia un iter meno lungo. Sul piano sostanziale le condizioni ci sono: mi auguro che ci siano anche sul piano politico”.
Per Biancheri, il sostegno pubblico all’editoria è necessario: “Non dico che gli attuali strumenti di sostegno siano tutti appropriati, ma nego che si possa dire no all’uso di risorse pubbliche. L’editoria, e penso in particolare alla carta stampata, rappresenta un elemento fondamentale sul piano culturale, sociale e civile, in primo luogo per il ruolo di trasparenza e di chiarezza che svolge”.
Fabiana Cammarano
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