Giuli apre la Buchmesse: “Affamare la cultura è un’empietà”

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Il ministro alla Cultura Alessandro Giuli inaugura la Buchmesse che vede l’Italia ospite d’onore. L’esponente del governo ha tenuto il suo intervento partendo dall’idea di dover sostenere la cultura e di doverlo fare attraverso le opportunità e le insidie del nostro tempo digitale. “La cultura è la nostra religione universale civile. Affamarla è un atto di empietà. È un onore essere qui come Ospiti d’onore dopo trentasei anni. È un privilegio per autori, editori ed istituzioni attraversare il palcoscenico della fiera del Libro più importante al mondo per poter raccontare la nostra cultura”. Il ministro Giuli ha poi aggiunto: “Questa è un’epoca in cui la diffusione dei media ci ha resi più informati e liberi ma non sempre più saggi. In questo tempo la cultura rimane la più potente risorsa per la paidèia dei nostri giovani e il miglior antidoto contro gli estremismi e tutte le forme di violenza, come ricordato a settembre all’incontro del G7 a Napoli”. Quindi ha spiegato il rapporto forte che lega l’identità alla propria percezione del mondo e nel mondo: “Se sul piano semantico, cultura è civiltà a livello di relazioni cultura significa capire l’altro, avere un dialogo tra identità plurale ed esercitare un pensiero critico senza pregiudizi. Noi come italiani siamo eredi di un pensiero universalistico che ha sempre mirato alla centralità della persona, consentendo allo sguardo di oltrepassare i confini nazionali. Con il titolo Radici nel futuro – ha aggiunto Giuli – partiamo dalle nostre radici e dalla nostra identità culturale per presentare la nostra produzione culturale contemporanea. Siamo qui per riaffermare anche l’importanza del pensiero solare, il punto d’incontro in cui la testardaggine dell’ideologia si dissolve nella luce dello spirito mediterraneo. Il tipo di luce che rende compatibili e feconde le parole giustizia e libertà”.

Pertanto, l’auspicio o meglio la promessa di Giuli è che “il padiglione Italia sarà un luogo di incontro e confronto, di visioni e punti di vista, come proprio della nostra cultura, che ha alle spalle un’eredità millenaria. Alla Buchmesse 2024 l’editoria italiana mostra un’identità aperta e plurale, una realtà dinamica e in crescita che negli ultimi anni ha quadruplicato la vendita di diritti all’estero”. Dunque ha aggiunto: “Siamo molto orientati all’internazionalizzazione e sono fiducioso che gli incontri al padiglione Italia aumenteranno ancora l’interesse per la nostra produzione culturale. L’italiano si annovera tra le lingue più studiate al mondo, nonostante le ridotte dimensioni del nostro territorio. Il pubblico tedesco è quello che meglio conosce gli autori italiani, tra classici e moderni. La cittadinanza culturale non ha confini”. Infine la citazione leviana: “Cito un passo dell’intellettuale antifascista, Carlo Levi, che racconta ciò che unisce tutte le nazioni impegnate a difesa del patrimonio culturale che recita Il patrimonio culturale, inteso come unità inscindibile di paesaggio, storia e arte, è la biografia di una nazione”.

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