Giornalisti: Marina Berlusconi attacca, Fnsi risponde

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Marina Berlusconi attacca, la Fnsi accusa. Il presidente Vittorio Di Trapani, su Twitter, attacca le parole della figlia del Cav e tuona: “Il tentativo di delegittimare il giornalismo di inchiesta derubricandolo a spalla delle procure è ormai vecchio decenni. E – a quanto pare – è duro a morire”.

La Fnsi ha risposto alla lettera di Marina Berlusconi che, su Il Giornale, aveva affermato: “L’obiettivo di alcuni pubblici ministeri e giornalisti è “la damnatio memoriae” di Silvio Berlusconi. Un meccanismo diabolico, una tenaglia pm-giornalisti complici, che rovina la vita ai diretti interessati ma anche condiziona, e nel caso di mio padre si è visto quanto, la vita democratica del Paese, avvelena il clima, calpesta i più sacri principi costituzionali”. Le parole della figlia del Cav erano arrivate dopo la notizia della riapertura delle indagini sulla stagione delle stragi. E, in particolare, sull’inchiesta della Procura di Firenze secondo cui gli attacchi di Cosa Nostra sarebbero stati finalizzati ad agevolare l’ascesa di Forza Italia, e quindi di Berlusconi, sull’agone politico italiano. Nei giorni scorsi, i magistrati fiorentini avevano anche disposto una perquisizione in casa di Marcello Dell’Utri, storico collaboratore di Silvio Berlusconi. Marina Berlusconi si aspettava la fine della Guerra dei trent’anni: “La lettera scarlatta giudiziaria che marchia l’avversario resta indelebile, gli sopravvive”.

Il tema si innesta anche nella polemica politica legata al progetto di riforma della giustizia, ferocemente contestato da sinistra e Anm. Intanto, la Fnsi ha inteso di dover replicare alle frasi amareggiate di Marina Berlusconi.

Di Trapani ha spiegato: “I giornalisti sono chiamati al diritto-dovere di pubblicare tutte le notizie di pubblico interesse. È questo ciò che la Costituzione italiana impone”. Poi ha affermato: “Comprensibile che una figlia lotti per tutelare l’immagine del padre (come fa oggi Marina Berlusconi dalle colonne de Il Giornale), ma quello che non si può accettare è che questo passi per l’ennesimo attacco alla libertà di informazione. Il rispetto delle persone, il valore del garantismo passano per regole e leggi che tutelano l’art.21 della Costituzione e il diritto di cronaca”.

Il presidente Fnsi dunque ha concluso: “Serve più informazione. Non meno. Serve più libertà di stampa. Non meno. Servono quindi norme contro le querele bavaglio. Contro il precariato. Norme a tutela delle fonti e della sicurezza dei giornalisti. Non l’ennesimo limite alla pubblicabilità delle intercettazioni di interesse pubblico”.

 

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