“E’ motivo di orgoglio il fatto che due colleghi, Lirio Abbate e Pino Maniaci, siano stati inseriti nella lista dei top 100 giornalisti che onorano nel mondo il dovere di garantire ai cittadini il diritto alla informazione”. Così Enzo Iacopino, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, commentando la classifica degli “eroi dell’informazione libera” stilata da Reporters Without Borders. Una classifica che include molti nomi da paesi in guerra e del terzo mondo e, tra gli occidentali, Julian Assange e i due giornalisti che hanno pubblicato i segreti della Nsa, Glenn Greenwald e Laura Poitras.
Abbate, corrispondente dalla Sicilia dell’Espresso e della Stampa dopo anni all’ANSA, è un esperto di crimine organizzato e da anni vive sotto scorta di polizia, “ma le minacce di morte e la sua presenza nella lista nera di Cosa Nostra non lo hanno intimidito”, si legge nella motivazione dell’inclusione. Maniaci è il proprietario, direttore e conduttore della “piccola stazione televisiva antimafia” Telejato da un appartamento di Partinico. Ex imprenditore edile, nel 2009 è finito sotto processo per aver lavorato illegalmente come giornalista: Ma “per fare questo mestiere servono palle d’acciaio, non una tessera”, cita Reporters Without Borders.
Un grande risultato, dunque. Anche se, a giudizio di Iacopino, la lista stilata da Reporters (in cui sono compresi uomini e donne di tutte le età da 65 nazioni. Il più giovane, Oudom Tat, ha 25 anni e lavora in Cambogia, il più anziano è il 75enne pakistano Muhammed Ziauddin) probabilmente, sotto sotto, “fa torto all’Italia”. Questo perché, spiega Iacopino in una nota “contiene omissioni che nulla tolgono al valore sociale e professionale dell’impegno anti mafia di Abbate e Maniaci, a proposito del qual ultimo c’è anche una inesattezza che trasmette una sensazione sbagliata. E’ vero che nel 2009, su iniziativa della magistratura, finì sotto processo per esercizio abusivo della professione. Ma è altrettanto vero che in aula, a difenderlo nel giudizio che si concluse con la più ampia assoluzione, c’era l’Odg con l’allora suo segretario nazionale”.
“L’omissione – precisa ancora Iacopino – riguarda tanti altri. Penso, ad esempio, a Giovanni Tizian e a Ester Castano che ben avrebbero meritato il riconoscimento morale di una segnalazione così autorevole, a pieno titolo fatta a favore di Abbate e Maniaci”.