Giornalisti intercettati, non ci fu alcuna violazione di legge. I magistrati che misero sotto controllo le utenze di alcuni cronisti impegnati su inchieste relative all’immigrazione non violarono alcuna norma. Tutto perfettamente regolare, dunque. Lo ha ribadito in parlamento il ministro Marta Cartabia durante il question time. Subito dopo la pubblicazione della notizia, infatti, il governo aprì un’istruttoria per verificare quanto era accaduto. E capire se l’operato dei magistrati era dentro al perimetro delle loro competenze o meno.
Secondo Cartabia non è emerso alcun profilo di rilievo disciplinare a carico dei giudici di Trapani. E nemmeno sono state riscontrate violazioni alle leggi che regolano il procedimento penale. E nemmeno gli atti dei magistrati avrebbero esondato i loro poteri. Perché, come ha ribadito in aula Cartabia, la legge “consente di intercettare anche persone non indagate quando ciò possa essere utile ad acquisire elementi di prova”. Insomma, anche i giornalisti possono essere intercettati se le esigenze dei giudici lo richiedono.
Al centro della polemica, i nomi di alcuni giornalisti finiti nei brogliacci degli investigatori. Tra di loro Nancy Porsia che è stata “intercettata tra luglio e dicembre del 2017” come “autorizzato dal gip di Trapani” perché imbarcata su una delle navi coinvolte nelle rotte dell’immigrazione. E dunque oggetto di indagine. La stessa Cartabia però ha rassicurato che quel materiale, ritenuto irrilevante, non sarà utilizzato in sede processuale. Il caso è scoppiato ad aprile scorso, pubblicato dal quotidiano Domani. La notizia fece insorgere sindacato e ordine. Oggi, pare, sia arrivata la parola fine.
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