Giornalisti del Tg2 aggrediti dagli anarchici a Opera: colpevoli di fare il loro lavoro. Nella serata di martedì una troupe del telegiornale di Raidue è stata aggredita da un gruppo di anarchici, impegnati in una protesta al di fuori della casa circondariale di massima sicurezza milanese in solidarietà di Alfredo Cospito, l’esponente anarchico detenuto al 41 bis che è in sciopero della fame, da ottobre scorso, contro il regime carcerario cui è sottoposto. Ad avere la peggio è stato Stefano Fumagalli che è finito nel mirino dei suoi aggressori.
Ai giornalisti del Tg2 aggrediti dagli anarchici è arrivata la solidarietà del comitato di redazione della testata e dei colleghi dell’Usigrai. Che, in una nota, hanno ricostruito l’accaduto: “Il collega stava seguendo il caso di Alfredo Cospito e stava preparando il collegamento in diretta per il Tg2 delle 20.30. Quando ha cominciato a documentare la protesta, un gruppo di manifestanti si è staccato e ha cominciato a lanciare petardi contro il collega Fumagalli e il cameraman Davide Messineo, costringendoli alla fuga e inseguendoli nei campi circostanti la zona del carcere, braccandoli e continuando a lanciare contro di loro petardi e pietre, inneggiando alla liberazione di Cospito e alla cancellazione del 41 bis, come chiaramente testimoniano le immagini che la troupe è riuscita a girare dopo aver trovato riparo dietro cespugli”.
Per ristabilire l’ordine e consentire al giornalista e al suo cameraman di poter svolgere il proprio lavoro, spiegano Usigrai e cdr Tg2, “è stato necessario l’intervento della Digos per consentire alla troupe di proseguire il proprio lavoro e permettere a Stefano Fumagalli di collegarsi in diretta per il Tg2 delle 20.30”.
Il comunicato sindacale si chiude con un appello: “Riteniamo grave e pericoloso che ad un giornalista venga impedito con la violenza di svolgere il proprio lavoro, ennesima dimostrazione dei rischi a cui gli operatori dell’informazione sono esposti ed ennesimo campanello d’allarme sulla minacciata libertà di informazione. Chiediamo alle autorità e alle forze dell’ordine di assicurare l’incolumità dei giornalisti e la possibilità di fare pienamente e liberamente il loro lavoro”.
Si tratta del secondo episodio contro i giornalisti in pochi giorni sullo sfondo della vicenda anarchica e quella di Alfredo Cospito in particolare. Prima dell’aggressione al carcere di Opera, infatti, era arrivata una lettera minatoria al direttore del quotidiano livornese Il Tirreno in cui si chiedeva la liberazione dell’anarchico detenuto al carcere duro.