Giornalisti, nuovo contratto solo dopo la riforma dell’editoria?

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Fnsi e Fieg prorogano l’attuale contratto di lavoro dei giornalisti fino al 30 settembre. Stampa e editori lontani dall’intesa trovano un accordo per prendere tempo e aspettano i nuovi sviluppi sul Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione

Il contratto nazionale di lavoro giornalistico scadrà il prossimo 30 settembre. Entro quella data la federazione della stampa e quella degli editori dovranno trovare un accordo che soddisfi entrambe. L’accordo attualmente in vigore, firmato il 24 giugno 2014, sarebbe scaduto il 31 marzo ma le parti erano ancora lontane da una nuova intesa.

Fnsi e Fieg, quindi, hanno sottoscritto un verbale di accordo in cui hanno prolungato la vita del contratto e si sono impegnate a proseguire le trattative. L’intesa è stata siglata tra il presidente della Fieg, Maurizio Costa, e il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e le due federazioni hanno spiegato che alla base di questa decisione ci sono due motivi principali.

Prima di tutto il tempo stava scadendo e bisognava trovare una soluzione. Il secondo motivo riguarda la ridefinizione del sostegno pubblico per l’editoria: la proposta di legge relativa all’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e alle deleghe al governo è attualmente al vaglio delle Commissioni parlamentari ed entro la fine di settembre si spera che la riforma dell’editoria possa avere il via libera. E nel caso che andasse davvero così, gli esiti della nuova legge avrebbero sicuramente un certo peso sulle materie oggetto di disciplina da parte del contratto nazionale di lavoro giornalistico.

L’imminente scadenza del contratto aveva suscitato più di una perplessità da parte degli addetti ai lavori. Lo scorso 29 ottobre scorso la Fieg aveva comunicato alla Fnsi che il contratto avrebbe cessato di avere efficacia dal primo aprile 2016 se entro tale data non fosse stato siglato l’accordo di rinnovo. Anche nei primi mesi di quest’anno l’intesa sembrava piuttosto difficile da raggiungere e molti si sono interrogati su cosa sarebbe potuto accadere dopo il 31 marzo.

Si potrebbe dire che le parti fossero lontane su molti punti dell’accordo tranne che sul fatto che servisse ulteriore tempo. Una nota della Fieg sottolinea che la proroga “vuole agevolare il percorso di trattativa intrapreso, consapevoli che solo nell’ambito del confronto -anche duro e serrato- si potrà arrivare a un nuovo contratto in linea con il tasso di innovazione necessario e con il recupero di economicità, efficienza e flessibilità organizzativa che da tempo gli editori richiedono”.

Il sindacato della stampa e quello degli editori hanno dunque messo una pezza e guadagnato qualche mese. Sul sito della Fnsi, Lorusso ha spiegato cheil confronto con gli editori deve proseguire in un rinnovato quadro normativo che tenga conto dei mutamenti già avvenuti e di quelli ancora in atto in un settore che non ha ancora superato la crisi di natura strutturale”.

Secondo Lorusso occorre ragionare di un mercato e di una professione in continua evoluzione costruendo una visione di futuro in cui le priorità siano la riduzione delle diseguaglianze, il rilancio dell’occupazione e la tutela dell’informazione di qualità, pilastro della democrazia”.

Cosa possiamo aspettarci, quindi, dal prosieguo della trattativa con gli editori? Il rinnovo deve essere l’occasione per cambiare in profondità la professione, puntando su un complesso di regole e di istituti contrattuali al passo con i tempi, ma anche per costruire percorsi di inclusione lavorativa per i troppi giornalisti precari, ampliando il ventaglio di tutele e di garanzie”, ha concluso il segretario generale della Fnsi.

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