Sì alla libera contrattazione tra le parti, no a ‘forzature’ da parte del governo: questa la posizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, sulla questione del rinnovo del contratto di lavoro giornalistico. Rispondendo a una sollecitazione di Enzo Carra (Pd), che ha chiesto di “dare il via libera alle agevolazioni per l’editoria solo dopo la chiusura del contratto”, Bonaiuti ha sottolineato che il governo non può condizionare il dialogo tra le parti: “Non possiamo fare – ha detto in commissione Cultura alla Camera – come i cittadini di Viterbo che durante quel famoso conclave tolsero il tetto dicendo ai cardinali ‘finche’ non eleggete il Papa vi bagnaté. Esiste una libera contrattazione che casomai deve essere agevolata, favorita. ‘Spingere’ contribuirebbe non ad agevolare il contatto tra le parti, ma semmai lo scontro”. Quanto alle misure a favore dell’occupazione nel settore giornalistico, “sono convinto di questa necessità”, ha detto il sottosegretario. “Sto pensando, per esempio, a indirizzare certi tipi di contributi per le nuove tecnologie all’effettivo impiego di nuovi assunti, preparati in modo da essere in grado di metterle perfettamente in atto”. C’é tuttavia un rischio, messo in evidenza da Bonaiuti “su segnalazione dell’Inpgi: non so fino a quando l’istituto di previdenza potrà ‘reggere’ il peso delle ristrutturazioni editoriali previste dalla legge 416. Ne parlerò con il ministro del Welfare, Sacconi. Altrimenti rischiamo di far pagare all’Inpgi un peso superiore allo stesso peso contributivo degli iscritti – ha concluso – che è già notevole”.
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