Nuova protesta in vista per il Gruppo Caltagirone. Dopo lo sciopero dei poligrafici della scorsa settimana, adesso è il turno dei giornalisti del Messaggero, del Mattino e del Gazzettino. Domani, giovedì 31 marzo, manifesteranno per sostenere proprio i poligrafici che da tempo sono in rotta di collisione con l’azienda.
I comitati di redazione dei tre giornali fanno sapere di essere “al fianco dei colleghi poligrafici impegnati in una durissima vertenza contro il Gruppo Caltagirone che in maniera unilaterale ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale procedendo a cambiare il contratto di lavoro di riferimento”.
I giornalisti sono convinti che sia in atto uno “smantellamento di regole, diritti fondamentali, tutele collettive”. Un vero e proprio “patrimonio sociale e civile del Paese” che garantisce una prassi sindacale costruttiva e responsabile rischia di venire meno, avvertono i redattori, a causa di una serie di azioni che viene “contrabbandato come risposta alla crisi del settore”.
Secondo poligrafici e giornalisti, il Gruppo ha dimostrato in più occasioni “di non affrontare con una reale strategia di rilancio e di investimento di ampio respiro la sfida futura per una informazione di qualità su carta e su web, limitandosi a manovre di piccolo cabotaggio calibrate sul taglio dei costi, in particolare del personale, invece di valorizzare al meglio le diverse professionalità coinvolte nel confezionamento del prodotto giornale”.
Perciò i giornalisti di Messaggero, Mattino e Gazzettino hanno deciso di scioperare in solidarietà con i poligrafici e “in difesa di un’informazione di qualità che non può prescindere dal rispetto delle regole a tutela dei lavoratori e dei lettori”.
Ma i giornalisti delle tre testate non sono gli unici a schierarsi al fianco dei poligrafici. Le associazioni della stampa di Lazio, Campania, Veneto e Friuli Venezia Giulia fanno infatti sapere di appoggiare la protesta dei giornalisti.
Le Assostampa locali, riferendosi all’atteggiamento del Gruppo Caltagirone, parlano senza mezzi termini di “comportamento inaccettabile”, che “ignorando completamente le regole del confronto sindacale, ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale, cambiando unilateralmente il contratto di lavoro”.
Dalla crisi si deve uscire, spiegano ancora le associazioni, “solo trovando soluzioni condivise e il coraggio di investire, senza limitarsi solo a espedienti ragionieristici di contenimento dei costi”. Se la crisi è strutturale, per rispondere sono necessarie risposte di sistema, per questo motivo anche i sindacati “sono pronti ad accettare la sfida, ma sempre nel rispetto delle regole”.
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