Non partecipero’ al referendum del 26 e 27 settembre sul contratto di lavoro giornalistico firmato a fine giugno e invito i colleghi, non solo del Friuli Venezia Giulia, a fare altrettanto”. Lo afferma il segretario dell’Assostampa Fvg, Carlo Muscatello, in un intervento diffuso sul sito del sindacato regionale dei giornalisti. “Questo referendum – afferma Muscatello – e’ una cosa inutile. Peggio: una presa in giro nei confronti di chi (giustamente) ha lamentato un deficit di comunicazione e partecipazione democratica soprattutto nella fase finale che ha portato alla firma di questo contratto. Non e’ abrogativo per il semplice motivo che non puo’ ne’ vuole abrogare nulla: il contratto e’ gia’ firmato e vigente, e ha avuto gia’ le sue conseguenze nelle decisioni del Governo per il settore dell’editoria e dell’Inpgi. Non e’ propositivo perche’ non propone nulla, nemmeno di stracciare tutto e tornare al tavolo delle trattative con gli editori, cosa peraltro difficilmente praticabile, diciamo pure impossibile”. Per Muscatello, inoltre “questo referendum non e’ nemmeno consultivo. Primo perche’ di solito e’ buona norma consultare qualcuno prima della decisione e non dopo. Secondo perche’ non ci aiutera’ a sapere cosa pensano i giornalisti italiani di questo contratto: il quorum richiesto del 50% piu’ uno degli aventi diritto al voto non sara’ mai raggiunto, e dunque non si procedera’ nemmeno allo spoglio dei voti”. “Stiamo tentando di far capire ai colleghi – puntualizza il segretario – che nell’Italia del 2014, e con una Fieg che il contratto nazionale non lo voleva proprio piu’, aver rinnovato un accordo collettivo di lavoro somiglia a un miracolo. Stiamo spiegando che il nuovo contratto conferma a grandi linee quello precedente, non toglie diritti a nessuno, semmai aggiunge qualcosa. Non tanto, certo, ma questi sono i tempi che viviamo”. Ricordando che il sindacato va verso le elezioni, infine, Muscatello invita a “istituire il referendum obbligatorio e vincolante a partire gia’ dal prossimo contratto. Prima e non dopo la sua firma”. (ANSA)