Fermata e poi rilasciata in Sudan, ore di paura per la giornalista italiana Antonella Napoli. La professionista, salernitana, fondatrice di “Italians for Darfour” era stata fermata a Karthum, capitale del Paese africano nella mattinata di ieri; per qualche tempo, come aveva annunciato su twitter il portavoce italiano di Amnesty International Riccardo Noury, s’era persa ogni traccia di lei ma l’allarme, per fortuna, è rientrato qualche ora dopo quando la professionista italiana è stata rilasciata dalle autorità locali.
Al Fatto Quotidiano, testata con la quale collabora, Napoli ha raccontato quanto le fosse accaduto. “Stavo facendo delle immagini, probabilmente ho ripreso qualcosa che non dovevo e mi hanno fermata. Mi hanno fatto capire che erano dei servizi di sicurezza, non erano della polizia, erano in borghese. Mi hanno portato in una stanza anonima, non era un posto polizia, ma non mi hanno arrestata, mi hanno fermata”. E quindi: “Alla fine si è risolto tutto cancellando le cose che avevo filmato e con la promessa che non avrei più ripreso”.
Il sollievo di Fnsi, articolo 21, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Amnesty in una nota congiunta: “La liberazione della giornalista Antonella Napoli è una bella notizia. Ci sembra doveroso ringraziare il ministro Moavero, L’Unità di crisi della Farnesina, la rappresentanza diplomatica italiana in Sudan e quanti, a cominciare da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, hanno si sono immediatamente attivati per “Illuminare” la vicenda e individuare una soluzione. Ora attendiamo il rientro in Italia di Antonella Napoli per continuare nel comune impegno contro i bavagli e le censure di ogni natura e colore, sempre, comunque e dovunque”.