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GIORNALI ONLINE A PAGAMENTO. CI SIAMO

Nel limbo delle riforme attese per rinnovare il Paese ne fuoriesce l’unica che avremmo voluto perenne. Se ne parla da qualche anno ma finora nessun editore aveva avuto la forza di applicarla: dal prossimo anno i siti dei maggiori giornali di carta saranno a pagamento, almeno in parte. Ormai sempre meno italiani si recano in edicola ogni mattina e gli inserzionisti si assottigliano di settimana in settimana. Un modello di business, quello tradizionale cartaceo, che da diversi anni si è avviato alla sua fine. Complice anche la crisi economica che ne ha accelerato l’avvitamento, gli editori, oltre al taglio dei costi e delle redazioni, cercano di esplorare nuove piattaforme per distribuire le notizie. Ormai sono tutti presenti in rete con propri siti e, nella maggior parte dei casi, visto le esigue risorse umane e finanziarie destinate all’online, si limitano a incollare, durante la giornata, gli articoli del cartaceo.

In ogni caso, questo è il loro pensiero, il lavoro redazionale richiede sempre una contribuzione da parte dei lettori, incluso i navigatori. Nel frattempo la corsa fra gli editori per inserire il proprio sito fra quelli più autorevoli, veloci ed affidabili ha cambiato marcia in vista dell’imminente nuovo sistema a pagamento che spingerà gli utenti alla scelta. Saranno privilegiati i pagamenti a quei siti che oltre alla tempestività ed affidabilità delle news offrano nelle proprie pagine contenuti originali. Repubblica.it, che appartiene al gruppo imprenditoriale di De Benedetti, negli ultimi mesi sta cercando di aggiungere sempre più valore e l’emozionante video “Pugli chiusi” di Fiorella Infascelli, girato tra i cassintegrati del petrolchimico sardo, “autocarcerati” all’Asinara per 16 lunghi mesi, ne è la più felice espressione. Il video prodotto da Angelo Barbagallo mostra l’esigenza umana di collettivizzare il dramma per condurre la giusta lotta pacifica. Il merito di Repubblica.it è di porre, ancora una volta e attraverso l’uso delle immagini, il tema del lavoro proprio all’inizio di una campagna elettorale nazionale accerchiata da una recessione economica storica e dall’attenzione interessata del mondo intero.

Sarebbe interessante un confronto tra Matteo Renzi e gli operai della “Vinyls” o tra Bindi, Finocchiaro, D’Alema e Bersani con Silvia Sanna, la maestra disoccupata che da quella diretta esperienza ne ha tratto il libro “Diari dei cassintegrati”. Un tema, quello del lavoro, che deve, prima o poi, attirare anche l’attenzione del Pdl, di Grillo e di Di Pietro. Vedremo se i partiti e i movimenti politici saranno capaci di offrire soluzioni credibili. La primavera degli italiani li attende

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