GIORNALI MINORANZE PREOCCUPATI PER TAGLI

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C’e’ ”forte preoccupazione” tra i quotidiani delle minoranze linguistiche in Italia per i tagli al fondo per editoria destinati a pesare sul settore. L’allarme che viene lanciato da Bolzano, Trieste e Aosta e’ uno solo: il contributo della mano pubblica e’ indispensabile per la sopravvivenza dei giornali.

”Il modello italiano per il sostegno dell’editoria di minoranza e’ stato finora esemplare, perche’ garantiva l’indipendenza politica”, afferma Toni Ebner, direttore del quotidiano sudtirolese Dolomiten. ”Si tratta infatti – spiega – di un contributo diretto e non tramite associazioni e fondazioni, come avviene altrove in Europa, che nuoce all’indipendenza della testata. Questo contributo diretto ora e’ a rischio”. Il direttore del Dolomiten evidenzia ”il preciso e indispensabile compito delle testate di informare una parte della popolazione dello Stato italiano nella sua madrelingua”.

Per Arnold Tribus, editore del quotidiano Tageszeitung, il contributo statale ”e’ stato indispensabile per fondare il giornale e per farlo crescere”. ”In un territorio piccolo come l’Alto Adige, con un mercato pubblicitario limitato, l’intervento della mano pubblica e’ la conditio sine qua non per l’esistenza di questi giornali”.

”La mancanza di un interlocutore dopo le dimissioni del sottosegretario Malinconico” viene lamentata da Igor Devetak del cdr del quotidiano sloveno Primorski Dnevnik. L’incertezza e’ doppia nel giornale triestino: sia per i tagli dei contributi di Palazzo Chigi, ”che garantiscono l’esistenza del giornale”, che per il blocco dei fondi della legge 416 per il 2010 in attesa di un parere della Avvocatura di Stato.

Il Peuple Valdotaine e’ un giornale di partito, ma e’ anche l’unico settimanale aostano interamente in francese. ”Siamo disposti a discutere di tagli ai costi della politica, ma vorremmo dire la nostra”, sottolinea Jean Barocco, amministratore della societa’ editrice, la Nouvelle Editrice. Secondo Barocco, ”i numerosi giornaletti politici, nati negli anni scorsi in rappresentanza di gruppi di deputati, non possono essere messi su un livello con i giornali come il nostro che ha anche un ruolo culturale a difesa della minoranza linguistica”.

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