Il costo dei quotidiani è destinato ad aumentare, la decisione già presa da Rcs e Repubblica di portare il prezzo da 1,20 a 1,30 prelude un incremento generalizzato. In genere, se la domanda scende, il prezzo si abbassa, e se i giornali vendono meno, come accade, la risposta degli editori può sembrare, almeno, azzardata. Ed, infatti, il Cdr di Rcs ha alzato gli scudi parlando di incompatibilità con il piano industriale. In realtà le chiusure a catena dei free press hanno dimostrato che la pubblicità, da sola, non è in grado di sorreggere un prodotto complesso come quello dei quotidiani. Almeno in Italia dove il costo del lavoro giornalistico è altissimo e gli strozzamenti del sistema distributivo rendono molto onerosa la fase industriale. In realtà il costo dei quotidiani andrebbe confrontato con quello di beni analoghi che rientrano nel più ampio panorama dell’industria culturale. Bene, cinquanta sfumature di grigio costa 14,49 euro, scontato su Ibs 12,66; l’ultimo libro di Saviano, passiamo all’attualità, costa 18 euro, con lo sconto 15,30 euro. Passiamo al cinema, per due ore di Superman o di Toni Servillo serve un importo compreso tra i 6 ed i 10 euro, dipende dalla sala, dall’orario e dal giorno. Per leggere un quotidiano un lettore medio impiega tra mezz’ora ed un’ora e mezza. E se cambiamo interesse per mangiare una pizza ed una birra, in media mezz’ora, l’investimento da mettere in preventivo è tra i dieci ed i venti euro. La crisi fa male e costringe a scegliere. Il giornale costa, ma è un costo sopportabile se il prodotto garantisce il rispetto non solo dell’euro e passa che serve per comprarlo, ma soprattutto del tempo che il lettore gli destina. Mezz’ora di informazione e di buona lettura valgono bene l’obolo richiesto. Ma la buona lettura presuppone un buon giornale.
Buongiorno, un’informazione per favore: quando è stato fatto il precedente aumento dei quotidiani?. Un saluto da Anna