Il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti torna sul tema della global tax per i giganti della rete. Che, come dimostrano le ultime notizie che arrivano da Milano e che riguardano il sequestro preventivo da 121 milioni di euro ai danni di Amazon, dimostrano di avere il vizietto di non essere così “collaborativi” con il Fisco italiano. Il ministro, dal Giffoni Film Festival, ha spiegato: “A mio avviso questo è il grande tema in riferimento al commercio elettronico rispetto al quale bisognerebbe trovare il modo che la tassazione resti a livello nazionale. Ma per fare questo ci vuole la collaborazione da parte di tutti i Paesi. Avevamo individuato – ha detto Giorgetti – in una global tax lo strumento adeguato per arrivare a questo risultato, ma non è stato raggiunto l`accordo definitivo”. Quindi Giorgetti ha rinnovato il suo impegno: “Come Italia faremo un estremo tentativo perché ci possa essere un’equa tassazione a livello internazionale. È la questione centrale su cui ragionare”.
Un tema che la cronaca delle scorse ore ha riportato d’attualità ma che è da anni al centro dell’agenda politica. Solo nel 2021, quando non si parlava d’altro che dell’elusione fiscale degli Ott scoperta dalle inchieste giornalistiche dei Panama e Pandora papers, la proposta di una global tax su proposta dell’Ocse. Un progetto del quale da allora non s’è più sentito parlare. Ma la grande questione delle tasse (non pagate) dalle multinazionali digitali non può continuare a essere negletta dal momento che comporta, come scoperto dalla Finanza e dalla Procura di Milano, ulteriori distorsioni di mercato a favore dei grandi a scapito dei piccoli.
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