Il governo punterà ad eliminare “alcune ambiguità che permangono sull’emittenza locale”. Lo ha annunciato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, parlando nel corso di una video intervista all’undicesimo forum europeo digitale e dell’Hd Forum Italia 2014, in corso a Lucca. E proprio il regolamento 2015 delle televisioni locali Giacomelli ha sottolineato che “gli Stati generali dell’editoria sono un’idea costruita con il sottosegretario all’Editoria Luca Lotti per affrontare un settore in questi anni travolto dai cambiamenti ma su cui non è stata realizzata una politica attiva che noi, invece, ci proponiamo”, ha detto Giacomelli. “Per l’emittenza locale -ha spiegato- vogliamo togliere alcune ambiguità, non ha senso obbligare un soggetto che vuole fare l’editore ad essere operatore di rete, cioè operatore industriale o commerciale e d’altra parte il rapporto positivo con lo Stato c’è perchè apprezziamo il ruolo dell’editore rispetto alla comunità locale, rispetto alla civiltà di una comunità”. Alla domanda se sarebbe giusto ridurre i tg Rai. “La Rai e’ ancora organizzata su una tripartizione che e’ frutto dell’accordo politico del 1975 e funziona ancora sul sistema degli “editori di riferimento” per citare Bruno Vespa – prosegue Giacomelli -. Ma gli editori di riferimento sono scomparsi e il contesto e’ totalmente cambiato, eppure la tripartizione sopravvive. Secondo me la Rai deve riorganizzare il proprio modello informativo sulla base della nuova realta’, non tanto politica quanto culturale e sociale, deve trovare il modo di ridare identita’, da un punto di vista culturale ma anche di utilita’ aziendale, alle reti che ha. Insomma deve creare un nuovo modello editoriale”. Sulle sedi regionali, Giacomelli afferma che “il tema delle sedi, come sa bene chi conosce Rai, non riguarda i capoluoghi di regione ma le succursali che ci sono in diverse Regioni e soprattutto riguarda le scelte immobiliari: abbiamo sedi superiori ai mille metri quadrati per 7 persone, abbiamo immobili per la cui ristrutturazione dovremmo impiegare 3 o 4 milioni quando le stesse risorse potrebbero essere allocate in modo diverso. Mi meraviglia che, di fronte alla segnalazione di una criticita’, di una difficolta’, o di una opportunita’ di crescita, la reazione della Rai sia “ah non si tocca!”. Se l’idea e’ la difesa dell’esistente cosi’ com’e’, e’ un’idea su cui e’ impossibile il dialogo con il Governo”. (ANSA).