E’ iniziato il countdown per l’arrivo di Netflix nel Belpaese, previsto per il prossimo 22 ottobre, ma già da tempo si sono delineati 2 schieramenti opposti formati da chi lo invoca e chi lo teme. Preoccupato, lo guarda con rispetto Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico, convinto che la Rai, solo con l’apertura verso nuovi mercati, occidentali e non, possa restare competitiva ed affrontare il colosso Netflix.
Sempre secondo il sottosegretario, l’offerta più ampia e diversificata del gigante americano creerà non pochi grattacapi alla Tv di Stato italiana che deve rimboccarsi le maniche e raccogliere il guanto di sfida.
Priorità assoluta al miglioramento dei contenuti audiovisivi ma anche dell’intera qualità dei servizi, sempre nell’ottica del rinnovamento e delle diverse esigenze di coloro che li veicolano e di quelli che li utilizzano.
Giacomelli, infatti, è convinto che, se vuole mantenere la sua leadership, la Rai deve guardare al futuro e puntare tutto sulla “cooperazione” tra broadcaster, produttori ed utenti finali. Ma non è tutto.
Dopo il risanamento dei conti di Viale Mazzini e il piano di rilancio di Rai Way, il sottosegretario va oltre e chiede direttamente all’attuale direttore Antonio Campo Dall’Orto interventi di potenziamento più ampi, sia da un punto di vista gestionale che strutturale, senza sottovalutare la promozione di un prodotto più appetibile ed accattivante, utile sia per avvicinare investitori che nuovi utenti.
L’ultimo viaggio in Cina di Giacomelli ha avito proprio come mission questa duplice finalità, in un paese dove la crescita nel settore dell’advertising è divenuta esponenziale e la spesa nei confronti dei media quest’anno ha superato il vicino Giappone di ben 30 miliardi di dollari, schizzando a 73,13 miliardi.
Durante la spedizione nel Sol Levante, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, alti dirigenti Rai come Eleonora Andreatta direttore di Rai finction, tutti i produttori delle maggiori associazioni di riferimento come Lorenzo Ferrari Ardicini presidente di Univideo, Andrea Occhipinti presidente della sezione distributori e Antonio Fumiciello del Dipartimento editoria presso la Presidenza del Consiglio, Giacomelli ha siglato due importanti accordi: il primo con Tian Jin, viceministro delle comunicazioni, sulla realizzazione di coproduzioni italo-cinesi (serial tv, film, documentari) e l’altro con la Shangai MediaGroup (il secondo gruppo più importante nel settore dei media made in China) interessata ad investire ingenti capitali in programmi focalizzati su l’opera lirica o l’arte, tratti distintivi della nostra cultura.
Alla luce di questi accordi, la Cina sarà uno degli invitati d’eccezione al prossimo Festival del Cinema che si terrà a giugno del 2016 e, per quel periodo, si spera che l’Italia che ancora non trasmette in Cina, possa affiancare Bloomberg e la BBC già presenti.
In merito all’imminente arrivo di Netflix si è pronunciato anche Stefano Parisi, presidente di ChiliTv, piattaforma di video on demand made in Italy, che in questo evento vede la possibilità di un intero “rimodernamento” del settore mediatico che si orienterà verso dinamiche più innovative e flessibili.
Secondo Parisi, infatti, lo sbarco di Netflix porterà innanzitutto ad una maggiore diffusione delle Smart Tv e di un netto incremento del volume d’affari che sono capaci di generare, attualmente pari a 30 milioni di euro annui, briciole rispetto ai 30 miliardi di euro fatturati dal gigante americano.
Anche l’interazione è destinata a prendere il sopravvento e a mutare per sempre gli attuali scenari: oggi gli utenti hanno un atteggiamento passivo nei confronti della tv tradizionale a differenza di Netflix che ha una delle sue carte vincenti proprio nell‘interazione “attiva” con i suoi follower.
Il cambiamento dovrebbe iniziare soprattutto per merito degli under 30, la fascia di utenti che sempre con maggiore frequenza sceglie di “mettere in soffitta” la vecchia tv e segue i programmi preferiti da pc, smartphone o tablet.
E tutto questo quando il ciclone Netflix non è ancora arrivato!
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