Canone Rai per salvare le tv locali. Un’idea che potrebbe far scuola anche altrove in tempi di crisi dell’editoria e che potrebbe trovare adepti anche in Italia dove con tragica cadenza si registrano annunci di chiusure di quotidiani, soprattutto politici (gli ultimi in ordine temporale “l’Unità”, “Europa”, “La Padania”). E dove le emittenti locali appaiono sempre più in difficoltà, anche per il passaggio dall’analogico al digitale, che ha portato a una giungla di 3.200 canali. Dove però, a fare informazione, è solo una minima parte: come ha sottolineato Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali in un’intervista al VELINO dell’11 settembre scorso, le prime 100 emittenti per ascolti rappresentano il 70 per 100 di quelli totali e sono solo 93 le società che dispongono di un’effettiva consistenza patrimoniale, ovvero con fatturato superiore al milione di euro. Ora, fra le ipotesi al vaglio del sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che si sta occupando della riforma del canone, c’è anche quella di creare (puntando a ridurre l’evasione dell’imposta) un fondo proprio per alimentare il finanziamento dell’editoria e delle tv locali.