Il “Titanic” non affonderà. Per quanto le risorse finanziarie della rivista satirica fossero sorprendentemente scarse, la ristrutturazione ha avuto successo in modo sorprendentemente rapido: “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”, ha detto allo SPIEGEL la caporedattrice Julia Mateus, e il piano è stato addirittura “superato”.
All’inizio di settembre la storica rivista di Francoforte, fondata nel 1979 si è trovata ad un bivio: chiudere o ripartire. La ragione della crisi era l’aumento dei costi di carta e di spedizione, nonché le cancellazioni degli abbonamenti. Ma una massiccia campagna di salvataggio partita dalla rete ha portato nuova linfa, nuove idee e numerosi nuovi abbonati, tanto che si sta pensando anche di abbandonare l’edizione online per dedicarsi esclusivamente a quella storica cartacea.
In sole due settimane sono stati sottoscritti 6.000 nuovi abbonamenti, vendute 500 magliette e raccolti 34.000 euro sul conto delle donazioni: “Ora siamo al sicuro per almeno un anno , ma gli abbonamenti e le grandi donazioni sono ancora benvenuti”, dice Mateus.
In effetti, negli ultimi anni c’è stato un cambio generazionale sul “Titanic”, che non ha lasciato il segno nell’umorismo. In realtà la gente ha smesso di acquistare la rivista perché probabilmente i contenuti non erano sufficientemente interessanti. La redazione della rivista sembra averlo capito: “Molti commentatori vogliono il ‘Titanic’ com’era una volta: di destra radicale. Ne discuteremo internamente”.
Oggi a Francoforte la gente è contenta che il «Titanic» sia finalmente diventato mainstream: «La tiratura è ora più alta che mai!». Il successo di vendita e di richieste di spazi pubblicitari dimostrano che c’è ancora spazio per per le riviste stampate su carta: “È confermato”, dice Mateus, “che la stampa è il mezzo del futuro. Presto sospenderemo completamente i nostri canali digitali – conclude.
Salvatore Monaco