“Non ho nulla da replicare al dottor Confalonieri. Se è arrabbiato perché l’Ue boccia l’Italia, se la deve prendere con il governo Berlusconi che ha creato le condizioni perché l’Europa condannasse il nostro paese”. Cosi’ ha replicato il ministro. “Noi abbiamo ereditato una situazione difficile -ha spiegato il ministro – perché purtroppo buona parte delle norme in materia di televisione, fatte dal governo precedente, sono state bocciate dall’Ue: sia quella sulla distribuzione gratuita dei decoder, sia quella sulle frequenze che quella che consente a una delle tre emittenti Mediaset di continuare a trasmettere. Noi ci siamo trovati questa eredità una po’ esplosiva che dobbiamo gestire”. ‘La mia riforma – ha assicurato Gentiloni – affonda le sue radici nel pluralismo, nel rispetto della concorrenza e della Costituzione e nella necessità di rimuovere le norme della legge Gasparri in aperto contrasto con l’ordinamento europeo”. Quello che invece non c’è sono gli editori che, secondo le speranze del centro-sinistra, avrebbero dovuto approfittare dell’occasione per lanciarsi nell’etere. Anzi il vero problema è che, per ora, con il box del Dtt si vede quello che si può vedere anche sul vecchio televisore analogico, fatti salvi i cosiddetti contenuti pregiati a pagamento. La Rai è rimasta alla finestra e non ha fornito un significativo impulso, finora, al passaggio al Dtt. Ma intanto Mediaset è sotto schiaffo perché rischia seriamente di vedersi imporre un tetto alla raccolta pubblicitaria che, come i vertici di Cologno si affannano a ripetere, la penalizzerebbe non disponendo delle risorse garantite dal canone di abbonamento.