Addio al Nord Est Gedi ricomincia da tre. Ma Troisi c’entra davvero poco. La strategia del gruppo, dopo l’acquisizione da parte degli Elkann-Agnelli, si fa sempre più chiara. Nonostante le promesse, gli impegni, le chiacchiere, l’azienda starebbe pensando ora a mettere sul mercato, dopo averlo fatto con L’Espresso, il settimanale storico che diede il suo nome al gruppo editoriale, i quotidiani del Nord Est. Avrebbero dovuto essere i punti di forza, la roccaforte inviolabile dell’impegno di Gedi sul fronte della stampa locale. Invece, il Mattino di Padova, la Nuova Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, il Messaggero Veneto e il Piccolo di Trieste potrebbero presto finire sul mercato. Alla ricerca di nuove proprietà, nuovi investitori, nuove società editrici. Gedi, che lamenta perdite continue, ricomincerà da tre: Repubblica, La Stampa e Secolo XIX. E non è nemmeno sicurissimo che lo storico quotidiano genovese sopravviva, in Gedi s’intende.
Le voci, nelle ultime settimane, si sono fatte sempre più insistenti. Sempre più incalzanti, sempre più vicine. Al punto che i giornalisti, che pure erano stati “rassicurati” tempo fa da chi gli aveva spiegato che il Nord Est non sarebbe mai stato interessato da dismissioni da parte di Gedi, adesso alzano la voce. E lo fanno in maniera netta, chiara, decisa. Il coordinamento dei comitati di redazione di Gedi ha licenziato una nota che lascia ben poco spazio all’interpretazione: “Alla luce delle ripetute e sempre più circostanziate ricostruzioni giornalistiche relative a progetti di vendita dei quotidiani del Nordest a cordate di imprenditori e di quella della Gazzetta di Mantova al gruppo Athesis, articoli che fanno seguito a quelli dei mesi scorsi in merito al futuro di Repubblica, come Coordinamento dei cdr del Gruppo Gedi chiediamo che sia fatta con urgenza chiarezza pubblica sui progetti dell’azienda”.
I giornalisti ricordano e, anzi, rinfacciano le “rassicurazioni” che erano giunte al loro indirizzo in tempi nemmeno troppo lontani: “Non dimentichiamo che nell’ultimo recente incontro l’ad Maurizio Scanavino ha liquidato come “voci” i ventilati progetti di vendita di testate, ma la circolazione di queste notizie circa l’esistenza di un confronto in atto con imprenditori interessati all’acquisto (che peraltro trova parziale riscontro nelle prime verifiche fatte dai cdr) fanno male al Gruppo facendolo apparire debole e creano disagio in tutte le giornaliste e i giornalisti quotidianamente al lavoro nell’incertezza”.
Del resto, dall’esperienza si deve imparare. E ciò che è toccato agli altri “intoccabili” del gruppo (in prima battuta il settimanale l’Espresso) sembra fare scuola e inquietare i giornalisti Gedi: “Non possiamo dimenticare le già avvenute cessioni di testate storiche, di rami di azienda, l’assenza di un piano industriale e il doppio incarico dell’amministratore delegato Scanavino. Si rende necessario perciò un immediato chiarimento. Attendiamo risposte di merito scritte e una convocazione urgente per fare chiarezza sui piani dell’azienda”.
Ai giornalisti dei giornali veneti e friulani coinvolti nella vicenda, è giunta la solidarietà dell’Assostampa Friuli. “L’Assostampa Fvg è al fianco dei colleghi di Messaggero Veneto, Piccolo e degli altri quotidiani locali del Gruppo Gedi/Gnn nella richiesta di chiarezza da parte della proprietà dopo le voci sulla vendita dei giornali. L’ex Gruppo Espresso Repubblica aveva creato un forte network di giornali nazionali e locali, di cui oggi non resta quasi nulla. L’impressione è che si vogliano mantenere solo Repubblica, Stampa e forse Secolo XIX: tutto il resto è in vendita. Una fine ingloriosa, seppur annunciata, per quello che era il maggior gruppo editoriale italiano. E che tocca anche i due maggiori quotidiani del Friuli Venezia Giulia”.
[…] in pancia al gruppo editoriale L’Espresso da quando sono arrivati alla guida gli Elkann-Agnelli. Nel mirino dei cdr era finito l’amministratore delegato Maurizio Scanavino. Adesso, invece, arriva la replica dell’azienda che smentisce la ricostruzione dei giornalisti e […]