Gedi-Nordest, Marchi si presenta: “Giornali e redazioni patrimonio da sviluppare”

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Gedi-Finint, Marchi presenta il suo impegno nel mondo dell’editoria. E lo fa sottolineando la necessità, per le imprese locali, di fare squadra. Per difendere il patrimonio editoriale del Nord Est e per valorizzarlo. Enrico Marchi, presidente di Banca Finint, figura centrale nella newco che presto formulerà un’offerta per rilevare da Gedi le testate Il Piccolo, il Messaggero Veneto, il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia e Mestre, il Corriere delle Alpi e Nordest Economia. Ha presentato i suoi obiettivi e le ragioni dell’impegno.

“Sono particolarmente lieto di questa iniziativa concepita insieme a una compagine azionaria estremamente qualificata. Contiamo nelle prossime settimane di coinvolgere anche rappresentanti della miglior imprenditoria del Friuli Venezia Giulia”, ha detto. Quindi Marchi ha sottolineato il valore non solo economico e non solo sociale dei giornali e ha aggiunto: “Le testate in questione  sono un asset di straordinaria importanza per la comunità triveneta, cui ci proponiamo di dar voce sempre più estesa e autorevole anche sul piano nazionale, con un Gruppo improntato all’informazione multimediale”. Marchi infine ha sottolineato: “Le redazioni giornalistiche, dunque, con competenze ed esperienze che costituiscono un unicum su scala Nord-Est, di questo progetto di sviluppo sono il fulcro fondamentale, da valorizzare e integrare nel lungo periodo. E le relazioni con le comunità dei diversi territori sono il massimo patrimonio da coltivare”.

Intanto, in una nota congiunta, i Comitati di redazione delle testate interessate alla vendita “auspicano che le intenzioni della cordata di industriali capeggiata da Banca Finint siano confermate, qualora la Newco appena costituita decida davvero di rilevare le sei testate oggetto della trattativa”. Per i Cdr è “positivo che l’annuncio metta un argine alle indiscrezioni sull’esistenza di tre diverse cordate interessate all’acquisto, ma preoccupa che i tempi indicati dai vertici di Gedi prevedano un percorso di almeno sei mesi di sospensione, che segnerà la vita e il lavoro delle redazioni e dei giornalisti che vi operano”.

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