La Gazzetta del Mezzogiorno tornerà in edicola sabato prossimo e domenica si proporrà ai lettori in abbinamento alla Gazzetta dello Sport. Il “panino” sarà in edicola al prezzo di un euro e cinquanta centesimi, che consentirà ai lettori di acquistare due giornali al prezzo di uno. L’operazione rientra nel rilancio dello storico quotidiano pugliese che dopo una (fin troppo) lunga “pausa” tornerà a raccontare la realtà del Mezzogiorno.
Ma è scoppiata già una piccola polemica. L’abbinamento tra la Gazzetta del Mezzogiorno e la Rosea non è andato giù alla redazione locale del Corriere del Mezzogiorno. Che, invocando la correttezza aziendale, ha sottolineato come un giornale del gruppo Rcs esca insieme a una testata che è concorrenziale su un territorio dove altre testate Rcs ci sono già. Una questione che l’assemblea di redazione ha sollevato, qualche giorno fa, in un documento. E a cui l’azienda ha risposto, minimizzando i rischi paventati dai giornalisti stessi.
L’assemblea dei giornalisti del Corriere ha scritto. “La decisione è sorprendente per molteplici ragioni. La prima attiene all’istruttoria che ha preceduto l’accordo: è cominciata, si è sviluppata ed è proseguita senza il coinvolgimento delle altre aziende del gruppo Rcs interessate alla vicenda, prima tra tutte quella che pubblica il Corriere del Mezzogiorno. È il tipico caso in cui la mano destra non sa cosa faccia la mano sinistra. Non proprio un caso di coerente, matura e intelligente sinergia di gruppo”.
E dunque. “L’aspetto più grave l’accordo nel quale è coinvolta la Gazzetta dello Sport, se mai venisse portato a termine, potrebbe nuocere gravemente al Corriere della Sera, e al Corriere del Mezzogiorno che vi è contenuto all’interno, in una logica perversa di cannibalismo aziendale interno al medesimo Gruppo editoriale. Invece che cooperare tra loro, aziende del medesimo gruppo si mettono in gioco per il successo di testate concorrenti. Ignoriamo i calcoli che sono alla base di questa sconsiderata iniziativa che ha il segno dello strabismo commerciale”.
Infine hanno concluso. “Ricordiamo bene, invece, come negli anni scorsi si sia decisa la soppressione delle articolazioni periferiche della concessionaria di pubblicità Rcs (compresa quella barese) e si sia affidata la ricerca e la cura degli inserzionisti locali ad una società che prestava il proprio servizio per altri soggetti di impresa, anche qui in singolare condivisione con testate concorrenti. La redazione di Bari già in passato ha dovuto subire gravi sacrifici cui si è sottoposta con spirito di abnegazione nell’ottica di un rilancio editoriale. Si augura che quei sacrifici non vengano vanificati da scelte non ponderate a sufficienza e che si è sempre in tempo a rettificare”.
Ma l’azienda ha fatto così chiarezza. “Le politiche aziendali sono sempre state definite e decise nell’interesse di tutto il gruppo Rcs, tenendo in considerazione tutte le aziende e le testate dello stesso. Decisioni che nel giro di pochi anni hanno contribuito a risanare il gruppo Rcs dandogli, pur in un momento molto complicato, una prospettiva futura e salvaguardando l’occupazione. Nonostante la crisi legata alla pandemia e il cambiamento strutturale che il nostro settore sta attraversando, oltretutto in un contesto di forte aumento dei costi, anziché disinvestire l’editore ha puntato sullo sviluppo rinforzando le redazioni locali, non da ultima quella del Corriere del Mezzogiorno”. E, definendo “ingenerose e fuori luogo le affermazioni contenute nel comunicato”, l’editore si è dichiarato disposto ad accogliere “comunque la richiesta di incontro”.
L’iniziativa, dunque, va avanti. E domenica prossima i lettori pugliesi troveranno in edicola, insieme alla Gazzetta del Mezzogiorno, anche la Gazzetta dello Sport. E il “panino” sarà riproposto, a quanto pare, per parecchie settimane. In una sorta di nuova alleanza tra “Gazzette”.