Gazzetta del Mezzogiorno, a processo Ciancio Sanfilippo

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Gazzetta del Mezzogiorno, a processo Mario Ciancio Sanfilippo. L’ex editore, insieme al figlio Domenico e all’ex direttore generale Franco Capparelli è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Bari. Rispondono tutti dell’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata nell’ambito del fallimento della società che editava il quotidiano pugliese, sancito il 15 giugno del 2020. La prima udienza del procedimento si terrà il 5 aprile prossimo davanti ai giudici della prima sezione del tribunale del capoluogo barese. L’inchiesta avrebbe rivelato atti di dissipazione e depauperamento che sarebbero “consistiti in spese di rappresentanza prive di giustificazione economica” per un periodo di due anni, dal 2016 al 2018. In tutto, secondo i magistrati e i militari della Guardia di finanza che hanno gestito la fase d’indagine, sarebbero stati sottratti alle casse sociali poco meno di 200mila euro (per la precisione 192.489) causando così “per effetto di operazioni dolose il fallimento della società Edisud Spa”.

L’inchiesta nacque dall’esposto presentato dal comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno insieme ai giornalisti dell’Assostampa pugliese. Gli indagati, oggi imputati, hanno sempre respinto ogni addebito. Lo stesso Mario Ciancio Sanfilippo aveva fatto notare, alla conclusione dell’inchiesta, di aver iniettato, nella società, fondi per trenta milioni di euro, dal 1996 fino agli ultimi giorni di Edisud, per “salvaguardare la forza lavoro” e “per il mantenimento dei valori attivi, tangibili e intangibili” del giornale.

Che oggi è edito da Edime, dopo una fase di interregno legata al progetto editoriale sorto attorno ai fratelli Ladisa, che oggi portano alle stampa il quotidiano L’Edicola del Sud.

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