Due storici quotidiani italiani, La Stampa fondata a Torino nel 1867 e Il Secolo XIX nato a Genova nel 1886, si ‘sposano’ per dare vita a un nuovo gruppo editoriale. Italiana Editrice Spa, questo il suo nome, potra’ cosi’ affrontare “con maggiore forza” le sfide del domani. E, nelle intenzioni degli editori delle due testate, “assicurare un futuro sostenibile” ai due giornali in un settore che – L’Unita’ docet – sta attraversando “non una crisi passeggera o un aggiustamento, ma una rivoluzione di sistema senza ritorno”. L’accordo, annunciato oggi, prevede che la nuova societa’ sia partecipata al 77% da Fiat e al 23% dalla famiglia Perrone. A presiederla sara’ John Elkann, presidente dell’Editrice La Stampa e della Fiat che ieri ha celebrato un’altra storica fusione, quella con Chrysler. Carlo Perrone ne assumera’ invece la vicepresidenza, mantenendo “un ruolo attivo nella strategia del Gruppo”. Obiettivo comune la “valorizzazione degli investimenti effettuati nel tempo da entrambe le societa’ editrici e la creazione di un nuovo protagonista del panorama editoriale nazionale”. Un gruppo “solido e integrato”, per dirla con le parole di John Elkann, con oltre 240 giornalisti tra le due redazioni – 165 quelli assunti a tempo indeterminato alla Stampa, 77 al Secolo XIX, dove dal dicembre 2013 e’ in vigore il contratto di solidarieta’ – e una distribuzione complessiva di 260 mila copie. Numeri da colosso dell’editoria, molto vicini a quelli dei big del settore, Corriere della Sera (336mila copie vendute) e Repubblica (274mila) “in grado di far gola al mondo pubblicitario”. Aspetto, quest’ultimo, sottolineato nelle loro prime valutazioni dai cdr delle due testate, che hanno chiesto di incontrare le rispettive aziende per conoscere piu’ da vicino i dettagli dell’operazione. “Anche giornali storici, da soli, rischiano di non farcela piu’ – osserva il segretario della Federazione nazionale della Stampa, Franco Siddi, secondo cui “l’alleanza dovra’ essere chiarita in tutti i suoi effetti, editoriali, organizzativi, occupazionali”, mentre Assostampa Ligure auspica che le “intenzioni siano trasparenti”. Occorre infatti “chiarire – sostiene il sindacato dei giornalisti liguri – se e come sara’ un progetto di consolidamento e sviluppo oppure un’operazione tesa solo a ridurre costi giornalistici e poligrafici”. Il closing dell’operazione entro la fine dell’anno, dopo la notifica all’Autorita’ per le garanzie nelle Comunicazioni per l’espletamento dei necessari adempimenti e il via libera dei consigli di amministrazione e delle assemblee dei soci di entrambe le societa’. “La Stampa e il Secolo XIX – assicura Elkann – continueranno a uscire con le loro storiche testate, rafforzando ognuna il dialogo con il proprio territorio, ma al contempo avranno entrambe alle spalle un’unica societa’ piu’ efficiente e piu’ solida dal punto di vista economico e finanziario, a tutto vantaggio dei lettori. Perche’ – sottolinea – e’ su questo tipo di solidita’, oltre che sulla professionalita’ dei giornalisti, che si basa la qualita’ dell’informazione e l’indipendenza di una testata”. Valori ribaditi anche da Perrone, che nega il disimpegno della sua famiglia – proprietaria del quotidiano genovese dal 1897 – dall’editoria. “La volonta’, al contrario, e’ quella di garantire al Secolo XIX un futuro all’altezza della sua storia”, nel contesto di una “congiuntura economica particolarmente difficile”, che ha portato al calo delle vendite e alla forte concentrazione della raccolta pubblicitaria. “La testata continuera’ ad esistere – conclude Perrone – e la sua attenzione per Genova e per il suo territorio rimarra’ invariata”.
Sulla fusione La Stampa-Il Secolo XIX interviene l’Assostampa Ligure. “Ora i giochi e le intenzioni siano trasparenti per chiarire se e come sara’ un progetto di consolidamento e sviluppo oppure un’operazione tesa solo a ridurre costi giornalistici e poligrafici”. L’accordo tra Stampa e Secolo per Genova e la Liguria e’ “certamente una rivoluzione – si legge nella nota -, ma e’ anche evidente il rischio che un’integrazione spinta possa incidere negativamente sull’ultracentenaria testata ligure. Perche’ apre interrogativi pesanti sul futuro delle edizioni locali del Secolo XIX e della Stampa, soprattutto nel ponente ligure, e nella redazione centrale sulle parti nazionali del giornale, settori che hanno un ampio patrimonio di redattori e di collaboratori. E su Genova pone il drammatico quesito del futuro del Corriere Mercantile, da anni al centro di un accordo commerciale di giornale-panino con La Stampa, comproprietaria di maggioranza della testata edita dalla cooperativa dei colleghi giornalisti e poligrafici. Quali intenzioni ha questo nuovo gruppo editoriale? Certo e’ che non potranno essere solo attesi i piani editoriali e industriali per sapere quale sara’ per gli editori il futuro di una grossa fetta del mondo dell’informazione ligure”. E’ per questo, prosegue la nota del sindacato dei giornalisti liguri “che i cdr di tutte queste testate, il sindacato regionale e la Fnsi dovranno essere parte attiva di un confronto che non puo’ limitarsi a prendere atto di decisioni annunciate, smentite e poi ufficializzate alla vigilia delle ferie e con una nota sui siti web delle due testate”.
“L’annuncio degli editori de ‘La Stampa e del ‘Secolo XIX’, John Elkann e Carlo Perrone, di un progetto che entro l’anno integrerà i due quotidiani in una nuova società comune richiede grande attenzione per la portata dell’improvvisa comunicazione e suscita amarezza per le svolte che la crisi economica e quella dei giornali stanno determinando. Anche giornali storici, da soli, rischiano di non farcela più”. È il commento di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa. “E non bisogna dimenticare – continua Siddi in una nota – che Elkann è l’azionista di maggioranza relativa del Corriere della Sera, giornale attorno al quale si giocano rilevanti partite delsistema editoriale italiano. I poli editoriali sono un tema di discussione sia per le soluzioni da dare alla crisi, sia nei dibattiti sul riassetto del sistema”. Per il segretario della Fnsi, “l’alleanza dovrà essere chiarita in tutti i suoi effetti, editoriali, organizzativi, occupazionali e nella relazione con l’identità delle due importanti testate del Nord Ovest che, da Torino e Genova, da quando esistono, sono bandiere rappresentative del Piemonte e della Liguria che hanno sempre parlato al resto del Paese. I discendenti di quelli che avevano creato i poli industriali più antichi del Paese, gli Agnelli e i Perrone, si mettono insiemecento anni dopo siglando un patto che pare molto più di una semplice pax editoriale, assumendo come motivo la crisi del settore. I bilanci delle due testate non hanno il segno più e già sono stati all’origine di pesanti piani di riorganizzazione pagati con riduzione di organici, prepensionamenti e, oggi, conil contratto di solidarietà al Secolo XIX”. “Occorre ora – insiste Siddi – che siano messi in chiaro, nel corretto confronto con le parti sociali e nel rispetto dei tempi e delle regole previste per questi passaggi societari, i contenuti di tutta l’operazione. Se la nuova impresa rafforzerà identità delle testate e progettualità editoriale, avendo al centro il lavoro, in particolare i giornalisti patrimonio essenziale, per migliorare offerta e risultati, sarà una cosa. Se invece si punterà tutto sulla razionalizzazione tecnica, con disinvestimenti editoriali più o meno lineari, sarà impossibile parlare di svolta. La Fnsi sarà vicina ai Comitati di redazione e ai colleghi del ‘Secolo XIX’ e de ‘La Stampà e alle Associazioni di Stampa della Liguria e del Piemonte, sia nell’indispensabile confronto aziendale e in sede nazionale, sia nell’opera di salvaguardia e valorizzazione dei posti lavoro nell’ipotesi di nuovo processi editoriali coordinati, perché davvero si vada verso una condizione di nuova solidità e fiducia. La situazione sarà seguita attentamente in tutti i suoi aspetti, avendo riguardo per il valore e del lavoro giornalistico e delle articolate presenze nei territori, in alcuni dei quali sinora i due quotidiani agiscono in regime di concorrenza o con altre alleanze, come nel caso della ‘Stampa con ‘Il Corriere Mercantilè. Sicuramente l’annuncio di oggi deve far riflettere anche Governo e Parlamento sia sui significati della crisi dei giornali, sia sull’esigenza di intervento più qualificato per il pluralismo dell’informazione”. (ANSA)
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