Gli editori italiani sono piuttosto preoccupati dall’operazione che porterà Rcs Libri in mano a Mondadori. A farsi portavoce di questo sentimento sono stati Alessandro e Giuseppe Laterza che all’apertura del Salone del libro di Torino hanno inviato una lettera aperta al presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, e lanciato una petizione su Change.org.
Lo scorso 23 marzo l’Antitrust ha deliberato a favore della costituzione del supergruppo “Mondazzoli” a patto del rispetto di alcuni vincoli. I due editori hanno però voluto ricordare che in un primo momento proprio l’Autorità aveva bocciato l’operazione poiché si sarebbe potuta creare o rafforzare una “posizione dominante nei mercati dell’acquisizione dei diritti d’autore di libri italiani e stranieri di narrativa e di saggistica; dell’editoria di narrativa e di saggistica; dell’editoria di libri per ragazzi; dell’editoria di fumetti; dell’editoria di ebook e della relativa distribuzione”.
Questa prima valutazione, secondo i Laterza, era quella giusta. Per gli editori è davvero concreto il rischio che la posizione dominante di Mondadori e Rcs Libri riunite in un’unica realtà possa compromettere i meccanismi del libero mercato. A farne le spese sarebbero tanto gli editori quanto i librai, ma anche consumatori e lettori.
Ma a fine marzo, come dicevamo prima, l’Antitrust ha cambiato idea e indicato delle clausole da rispettare per il buon esito dell’affare “Mondazzoli”. “Una serie di rimedi nell’arco dei successivi 3 anni e 6 mesi”, si legge. Le condizioni imposte dall’Autorità sono state:
A questo punto gli editori si sono allarmati e hanno espresso il loro malcontento per la difficoltà nel sorvegliare la corretta applicazione delle clausole. Proprio su questo aspetto si sono concentrati i Laterza nella lettera inviata a Pitruzzella chiedendo “di dare massima evidenza ai risultati dei controlli che l’Antitrust porrà in essere, con un dettagliato e chiaro resoconto nell’ambito della relazione che verrà presentata al Parlamento, in modo tale che se ne possa discutere pubblicamente”.
Gli editori hanno parlato senza mezzi termini di una “situazione anomala del mercato del libro italiano”, un mercato controllato da un gruppo editoriale con una quota superiore a quella di qualsiasi altro omologo europeo nel proprio mercato, “ma che ha dimensioni tre volte superiori rispetto a quella dei più diretti concorrenti”. Tutto ciò, hanno concluso Alessandro e Giuseppe Laterza, rappresenta “un fattore di condizionamento rilevante delle dinamiche della concorrenza e di conseguenza anche della produzione e circolazione dei libri nel nostro Paese” e per questo motivo diventa necessario “sorvegliare affinché non sia messo a rischio il pluralismo economico e culturale che è alla base di una società libera”.
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