Fuortes-San Carlo, il matrimonio non s’ha da fare. L’ex amministratore delegato Rai getta la spugna. Non andrà a Napoli. Non sarà il sovrintendente del Teatro lirico più antico d’Europa. “Non ci sono le condizioni”, dice. Così come non c’erano per continuare a viale Mazzini. Fuortes licenzia un comunicato in cui dà forfait, defilandosi dalla corsa al posto di Stéphane Lissner, “pensionato” dalla legge approvata dal consiglio dei ministri che fissa a 70 anni il limite massimo per dirigere i teatri. Chissà se, un giorno, quel matrimonio tra Fuortes e il San Carlo si farà. Oggi no. Adesso non è il caso. Anche perché Lissner è furioso e si profila all’orizzonte una battaglia a colpi di carte bollate che, sicuramente, finirà in un caso politico.
Carlo Fuortes si defila con una nota. In cui afferma: “La nomina del sovrintendente del San Carlo non può in alcun modo subire distorsioni, essere o apparire di parte, come invece le cronache cittadine e nazionali delle ultime settimane evidenziano in modo inequivocabile. Data questa situazione, non ci sono a mio avviso le condizioni per ricoprire il ruolo di sovrintendente del Teatro San Carlo”. Troppe polemiche, tanto in città quanto sui siti e nei giornali nazionali. Eppure sembrava che, tanto a Napoli quanto altrove, non si parlasse altro che del terzo scudetto conquistato dagli azzurri e delle grandi interviste rilasciate dal presidente del Napoli Calcio, Aurelio de Laurentiis, che preconizza scenari futuri di riforme per il pallone italiano.
Della polemica, ma diciamolo sottovoce, non se n’è accorto nessuno. Solo gli addetti ai lavori. Ma tanto basta per distogliere Fuortes. Per il momento è meglio soprassedere. Ma nessuno si offenda. Fuortes spiega: “Sarebbe per me un piacere e un onore straordinario poter guidare il San Carlo di Napoli e contribuire ad arricchire la grandiosa storia artistica e musicale del teatro più antico e più bello del mondo. Da quasi trecento anni questo teatro rappresenta la storia dell’Opera italiana. E la sua nobile tradizione è continuata fino all’attuale gestione di Stèphane Lissner”.
Ma c’è un “ma”. E infatti: “Un teatro come il San Carlo non è solo un luogo di spettacolo, di arte e di cultura. Per la città di Napoli, pur ricca di un patrimonio culturale vastissimo e inestimabile, costituisce forse il luogo più simbolico e identitario. Dunque va trattato come tale: con l’attenzione e il rispetto che si deve a una grande istituzione pubblica”. Per Fuortes, “il sovrintendente che la guida deve avere un sostegno largo e condiviso da parte di tutta la collettività, che è la vera proprietaria del teatro e alla quale bisogna rispondere”. Il sindaco di Napoli è Gaetano Manfredi. Professore anche lui, ma non è Mario Draghi che lo portò in Rai.
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