Fuori dal coro sospesa, il caso Mario Giordano

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Il caso Mario Giordano tiene banco da giorni e infiamma il dibattito. Dalla televisione al web, il destino della trasmissione di Rete4 Fuori dal Coro è diventato uno dei trend topic, un argomento tra i più dibattuti, condivisi e discussi sui social.

La vicenda riguarda la sospensione del talk show di Mario Giordano. Un provvedimento da tre mesi che, però, è stato lentamente sgonfiato dopo gli annunci della rete secondo cui il programma riprenderà a febbraio. La sospensione, dunque, non sarebbe legata ai temi trattati dalla trasmissione e nemmeno a presunti picchi negativi degli ascolti – cosa che non si è registrata per nulla – ma alla programmazione Mediaset in vista dei mondiali di calcio.

La Rai, infatti, trasmetterà il campionato del mondo in programma in Qatar. E, sebbene l’Italia non sarà presente alla competizione, si stimano comunque ascolti altissimi per la rete di Stato. Dunque Mediaset, già sconfitta in partenza sul fronte ascolti, vorrebbe per un po’ tirare i cordoni della borsa. Risparmiare così da farsi trovare pronta all’inizio del nuovo anno quando i mondiali saranno finiti e la programmazione tornerà alla normalità.

Tuttavia, l’accaduto ha causato un mare di polemiche che si sono riverberate anche dentro l’azienda. A prendere la parola, nelle ore scorse, il comitato di redazione di Videonews. Secondo cui. “La condirezione  ci ha comunicato le date delle chiusure e riaperture dei programmi. Troviamo sbagliata la decisione di fermare per così lungo tempo programmi che si occupano di fatti politici e sociali in questo momento storico così delicato. In particolare, rileviamo la chiusura di ‘Fuori dal Coro’ dal 15 novembre al 14 febbraio. La prima conseguenza di questo lungo stop ricade innanzitutto sulle decine di collaboratori e professionisti che rischiano di non lavorare per tre mesi continuativi”.

Ma non è tutto. “Esprimiamo solidarietà ai colleghi e chiediamo che questa decisione sia rivalutata dall’azienda o, in alternativa, che sia garantito il riassorbimento dei giornalisti in altre produzioni Videonews così da minimizzare la perdita economica. Non possiamo non notare che solo tre settimane fa, incontrando l’azienda, ci era stato garantito che – nonostante il contesto di crisi economica generale – il budget dei programmi Videonews non sarebbe stato tagliato. Chiediamo quindi risposte all’azienda in vista dell’assemblea di redazione del 4 novembre”.

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