FREQUENZE TV, L’AGCOM VARA LO SCHEMA DI GARA. RAI E MEDIASET ANCORA IN DUBBIO

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Il consiglio dell’Agcom ha approvato uno schema di provvedimento da sottoporre a consultazione pubblica, sulle regole per l’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre. Lo schema, approvato con due astensioni, prevede che nessun operatore tv possa arrivare a detenere più di 5 multiplex all’esito della gara. Con l’approvazione di questo piano, spiega l’Agcom in una nota, si sono poste le condizioni per chiudere la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia. L’iter prevede ora la consultazione pubblica nazionale della durata di trenta giorni al termine della quale l’Autorità riesaminerà il provvedimento per il successivo inoltro alla Commissione europea, che formulerà il suo parere definitivo. Dopodichè finalmente si potrà procedere alla tanto agognata asta. In palio ci saranno i sei multiplex nazionali: i tre lotti “U” della banda 700 (i canali 54,55, e 58 UHF) per cinque anni e i tre lotti “L” destinati alla sola tv, che avranno l’autorizzazione per venti anni. Lo schema appena approvato comunque non risolve ancora molti dubbi per la risoluzione dei quali bisognerà ancora attendere. In particolare non si capisce se per le frequenze dei lotti U potranno concorrere anche le compagnie di telecomunicazioni europee e nazionali e come saranno composti i secondi tre lotti. Ancora non pienamente definita anche la situazione di Rai e Mediaset. I due big della tv italiana dovrebbero restare fuori dalla contesa per via dei tetti imposti, ma dato che il limite dettato dalla Ue è di cinque reti, possono chiedere l’autorizzazione per convertire in Dvb.t gli attuali multiplex autorizzati per sperimentare altri standard (Dvb-h e Dvb.t2). Il comunicato non chiarisce se chi ha quattro mux possa partecipare alla gara, ma sembrerebbe escluso dal testo del comunicato, in attesa di leggere il Regolamento. Quanto agli altri partecipanti, solo i nuovi entranti e quelli che possiedono un solo mux (Europa 7, ReteCapri, D-free) potranno competere per avere il diritto d’uso di tutte e tre le frequenze. Chi ha due mux, come Rete A-L’Espresso potrà concorrere a due dei tre mux riservati alle tv, mentre gli operatori attivi su altre piattaforme, Sky in primo luogo, potranno concorrere per una sola delle tre reti digitali. Resta da chiarire la posizione di Telecom Italia Media, che ha tre mux, ne reclama un quarto ed è collegata a Telecom Italia (finché non sarà venduta), attiva su altre piattaforme, Cubovision in testa.

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