La Direzione Generale Pianificazione Gestione Spettro Radioelettrico del Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni ha diramato pochi giorni fa una circolare agli Ispettorati Territoriali che presumibilmente determinerà alcuni malumori. Con la citata nota la DGPGSR si è espressa a riguardo della “qualifica degli enti territoriali abilitati a presentare domande ai sensi dell’art. 30 del D. Lgs. 177/05”.
Per la DGPGSR in sede di approvazione della norma il legislatore avrebbe meramente “voluto confermare la primitiva volontà di alleviare le difficoltà di ricezione per le popolazioni residenti in aree problematiche”, sicché sarebbe “opinabile che un’Amministrazione Provinciale possa essere ammessa ad avanzare richieste ai sensi della normativa citata, considerato che per essa sarebbero solo due i casi possibili di carenza di servizio atti a far invocare l’applicazione del citato D. Lgs.: mancata copertura dell’intero territorio provinciale o di parte di esso”. “Nel primo caso – prosegue la D.G. – si verrebbe ad infrangere in maniera non indifferente la dimensione stessa delle pertinenze territoriali di un’emittente locale, nel secondo caso di riconoscerebbe alle province di sostituire lo specifico potere di richiesta, che dovrebbe in prima istanza spettare (…) direttamente alla Amministrazione comunale od a consorzi di esse”. Fonderebbe l’espresso orientamento della D.G. il fatto che “le disponibilità frequenziali non sono sufficienti a dar corso a tutte le richieste che pervengano e che, quindi, una scelta restrittiva sarebbe in linea con una buona amministrazione delle risorse pubbliche”. La minacciosa prosa della circolare ministeriale si allevia però sul finale, allorquando è spiegato che “Le definitive determinazioni nel merito saranno in ogni caso adottate dalla collaterale DGSCER”. L’ultimo passaggio, tuttavia, è destinato a lasciare inquieti enti ed operatori nella misura in cui secondo la Direzione tecnica del MSE-Com le eventuali previsioni della DGSCER “dovranno trovare applicazione anche in casi di eventuali autorizzazioni provvisorie già rilasciate alle Province (…)”.
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