“Spettro, spettro delle mie brame, di chi è la più bella frequenza del reame?”: se ne discute a Ginevra, dove fino a venerdì prossimo, il mondo negozia la spartizione del vasto ma limitato spettro radioelettrico, preziosa risorsa indispensabile a numerosi servizi, dalla meteorologia alla televisione, dalla sicurezza dei trasporti aerei alla telefonia mobile, con rischi di potenziali conflitti e interferenze.
Per prevenirli, più di 3mila delegati di oltre 150 Paesi negoziano a Ginevra le nuove allocazioni delle frequenze, sotto l’egida dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Itu), ed in presenza del settore privato e industriale. In discussione, tra l’altro, le frequenze per la rapida introduzione della banda larga mobile ed altre tecnologie quali la televisione ad ultra alta definizione.
Stiamo disegnando la nuova “mappa delle attribuzioni di frequenze”, spiega Francois Rancy, direttore dell’Ufficio di Radiocomunicazione presso l’Itu a margine della Conferenza mondiale di radiocomunicazione 2012 (23 gennaio-17 febbraio), evento che si svolge ogni tre-quattro anni. L’ultimo risale al 2007. Ma da allora la domanda di risorse frequenziali è in costante aumento, in particolare a causa del forte utilizzo dei dispositivi mobili a banda larga e la prevista crescita del traffico dati.
“Le radiocomunicazioni sono sempre più presenti nella nostra via quotidiana, dalla radio alla televisione, al telecomando per la tv e la vettura, al telefono mobile”, ha sottolineato Francois Rancy. Ma “lo spettro e le frequenze che consentono tutto questo sono limitate, e quando un’applicazione si sviluppa” (come hanno fatto smart phone e tablet) “lo spettro necessario per le nuove possibili applicazioni deve essere preso ad altri. Il ruolo dell’Itu e della Conferenza è di fare in modo che i bisogni nella loro dinamica e nel tempo siano soddisfatti. Per questo dobbiamo fare muovere le frontiere nelle attribuzioni di frequenze”, cercando di non fare troppe vittime e tendendo conto dei vantaggi e degli svantaggi di ogni banda di frequenza.
Le discussioni possono però essere molto tese, ammette l’esperto. Le concessioni non sono facili, in particolare per quelle bande considerate più pregiate di altre per la telefionia mobile. “A questa conferenza ognuno deve giustificare e provare il buon uso che fa dello spazio che gli è stato attribuito”, ha sottolineato Rancy. Quel che davvero consente di liberare spazio sono gli sviluppi tecnologici. In particolare con il passaggio dalla televisone analogica a quella digitale si sono liberate porzioni di spettro grazie alla maggiore efficienza delle trasmissioni digitali.
Queste frequenze possono ora essere attribuite ai servizi di telefonia mobile o di internet. “Nel 1989 quando si è dovuto trovare le frequenze per GSM è stato preso ai militari”, ricorda l’esperto dell’Uit. E la stessa concessione è stata consentita negli anni successivi quando la tecnologia ha consentito ai militari o altri servizi di spostarsi lasciando libere le frequenze più basse che sono importanti per la telefonia mobile.
Ma cosa succederà quando ogni banda dello spettro sarà satura? Il ruolo dell’Uit è di favorire una gestione razionale di questa risorsa, di agire in anticipo con decisioni accettate da tutti. Ogni Conferenza – conclude Rancy – è infatti solo “la punta dell’iceberg di anni e anni di lavori preparatori” che si svolgono tra una Conferenza e l’altra.