Dall’Unione Europea arrivano le linee guida per l’etere nei prossimi 15 anni. Il rapporto di Pascal Lamy, ex direttore generale del WTO, in pratica rallenta la transizione dal digitale terrestre alla banda larga. Nello specifico le frequenze tra 694 e 700 Mhz saranno riallocate entro il 2020, al fine di rendere meno complicata la transizione per gli utenti. Ancora più lunghi i tempi per quelle comprese tra 470 e 694 Mhz, che rimarranno ai broadcaster fino al 2030. Tra le due scadenze è previsto un nuovo vertice, nel 2025, per verificare l’utilità del nuovo assetto. Gina Nieri, consigliere d’amministrazione di Mediaset e unico membro italiano del gruppo presieduto da Lamy, è soddisfatta per il mantenimento del ruolo di preminenza della televisione per i prossimi anni. Per la Nieri un’accelerazione sarebbe inutile e provocherebbe una diminuzione di concorrenza tra le piattaforme televisive. Soddisfazione anche dal Sottosegretario Giacomelli, che evidenzia come il rinvio disposto dall’Europa possa favorire l’evoluzione del nuovo standard digitale DVB-T2. Si avrà anche più tempo per valutare lo sviluppo di tecnologie alternative più performanti dell’attuale 4G/LTE. Il commissario UE Neelie Kroes si augura che i nuovi orientamenti aiutino i due settori a trovare una convergenza a livello europeo. La GSMA, che rappresenta gli interessi degli operatori di telefonia, non è convinta dal rapporto Lamy. L’associazione chiede una revisione anticipata della banda 700 per il biennio 2018-2020.
Giannandrea Contieri
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