Crisi della raccolta pubblicitaria ma anche cambio di strategie. Questa almeno in apparenza le motivazioni per cui il free press Metro si appresta a cambiare periodicità (uscirà dal martedì al sabato) e a ridimensionare la redazioni degli spettacoli locali dedicati alle città di Milano, Roma, Torino. Appena lo scorso dicembre, infatti, i giornalisti avevano accettato un durissimo piano di ristrutturazione proposto dall’Editore che prevedeva la messa in solidarietà alla percentuale del 50%. Una rinuncia grave (metà stipendio), in cambio di un minimo di stabilità per i quasi due anni di durata dell’accordo che parevano garantiti. Non è stato così, purtroppo. A pochi mesi dall’entrata in vigore dell’accordo, l’Editore, modificando il calendario delle uscite, che non faceva parte dell’accordo di solidarietà, priverà i giornalisti della maggiorazione del lavoro domenicale, sottraendo così, unilateralmente, risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle cui i giornalisti in cassa integrazione erano già costretti a rinunciare. Indetto lo stato di agitazione del Cdr in attesa di un incontro con l’editore per riaprire un tavolo di trattative.