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FRECCERO: FEDE NON HA MAI FREGATO NESSUNO. PEGGIO LETTA, MIMUN E MINZOLINI

Fede non è il male peggiore. La tv commerciale non regge più. Il futuro sta nella partecipazione tramite la Rete. Lo afferma Carlo Freccero intervistato da Il Fatto quotidiano sul licenziamento di Emilio Fede.
Il direttore di Rai4 e l’ormai ex responsabile del Tg4 si sono conosciuti nel ’91. Erano entrambi a Studio aperto e in quel periodo si occupavano del colpo di Stato di Eltsin contro Gorbaciov. «Quella tv era ancora spumeggiante, non era così tetra come oggi. Di lì a poco Berlusconi avrebbe fermato la crescita di queste reti in favore di una tv adulterata e manipolatoria», dichiara Freccero che nel ’92 sarà licenziato da Mediaset.
Forse perché anch’esso “liquidato” dalla tv del Biscione, il “geniale” Freccero mostra quasi benevolenza verso Fede. «Lui non è il pensiero terzista, non ha mai fregato nessuno. Fede è una macchietta, la maschera di questo carnevale italiano. Faceva un tg parodia. Il pubblico di Rete4 voleva Fede perché lo rappresentava, era il suo profeta, il cane fidato di Berlusconi». Probabilmente l’Agcom, che l’ha più volte multato per mancanza di par condicio, e l’Osservatorio di Pavia (associazione che controlla il pluralismo politico nei tg), che ha spesso evidenziato l’abnorme faziosità del suo tg, non saranno d’accordo. Ma va bene uguale.
Per Freccero i veri nemici dell’informazione sono altri. Il direttore di Rai4 fa i nomi: «Letta che con Bisignani ipotizza gli organigrammi della Rai» e poi Mimum e Minzolini.
Senza pretese di esegesi corretta delle parole di Freccero, possiamo ipotizzare che quest’ultimo voglia dire che è meglio un tg apertamente schierato rispetto a dei notiziari “subdoli” che invocano la totale indipendenza, ma su questa falsariga costruiscono una visione miope e addirittura falsa della realtà.
In fondo il tg di Fede era talmente schierato da perdere credibilità anche per gli accaniti filo-berlusconiani. «Sono pochissimi quelli che si informano solo con il Tg4», precisa Freccero.
Magari lo guardano sperando in qualche avvenente “meteorina” o in qualche divertente errore del conduttore.
Ritornando al licenziamento e sul litigio che l’ha accompagnato (Fede ha parlato di «golpe»), Freccero è duro col vecchio collega: «se l’è giocata male, malissimo. Quando Mediaset decide di chiudere non puoi comportarti così».
Dal particolare al generale. Dal Tg4 al sistema attuale dei media televisivi.
Freccero, stuzzicato dal giornalista, fa un’analisi dell’attuale stato di salute della tv. Il direttore di Rai4 afferma che la tv commerciale «non regge più, è vecchia, manca di creatività, nonché troppo schierata. Era nata in opposizione alla Rai», mentre ora «si è appiattita su un modello berlusconiano».
Per Freccero serve una rivoluzione culturale. In questa impresa la Rete può dare una mano. «L’audience oggi non è solo quantità, ma anche partecipazione. Internet ha cambiato il modo di fare tv e anche l’informazione. Non si può più essere manipolatori senza pagare dazio». Molto ottimista il nostro Freccero.
Egidio Negri

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