Per Fratelli d’Italia è arrivato il momento di riformare l’Agcom. Secondo l’opposizione, l’authority dovrebbe estendere le sue competenze su temi che sembrano centrali e di cui non si occuperebbe. Su tutti, il digitale e il mondo dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi.
Una nota lunga è stata licenziata a proposito dai parlamentari di FdI Federico Mollicone, Alessio Butti e Mauro Rotelli. Secondo gli esponenti di Fratelli d’Italia: “Auspichiamo che l’Agcom, presieduta da Giacomo Lasorella, possa essere Digital services coordinator nell’ambito della cornice del Dsa così da garantire la sovranità sui dati nazionali e sui processi in corso”. E dunque: “Riteniamo sia urgente e necessario difendere il mercato digitale nazionale dai grandi predatori del mercato. Per questo, l’Agcom va riformata. Ampliando il perimetro di competenza anche ai nuovi temi e scenari come l’intelligenza artificiale e la regolamentazione degli algoritmi”. E dunque: “Istituendo all’interno, per la risoluzione delle controversie sulle segnalazioni dei contenuti, un nucleo ad hoc”.
Secondo gli esponenti politici della destra: “Nel corso dell’audizione Google e Facebook hanno mostrato, a parole, disponibilità a garantire regole certe per la circolazione dei contenuti ma non hanno risposto ai nostri rilievi sul trattamento dei dati dell’app Io. La regolamentazione delle piattaforme e degli algoritmi è una posizione storica di FDI, così come la difesa della proprietà intellettuale e del copyright”. E dunque: “Spesso, le piattaforme digitali hanno evitato di remunerare equamente il lavoro creativo. In molti casi, hanno censurato contenuti in maniera arbitraria, anche di natura giornalistica senza adire le sedi competenti giudiziarie od ordinistiche”.
Per Fratelli d’Italia: “Da parte nostra, resta fermo il principio secondo cui soltanto l’autorità pubblica conserva la prerogativa di stabilire la liceità o meno di un contenuto online. E dunque il diritto ad autorizzarne l’eventuale rimozione. In questo quadro, ben venga la collaborazione da parte delle piattaforme private. Nell’ottica dell’autoregolamentazione, purché essa sia iscritta in un sistema di controllo pubblico, che non lasci alcuno spazio a possibili abusi, o speculazioni di natura ideologica come spesso avviene”. E infine. “Questo pacchetto legislativo è un primo passo, ma non abbastanza. Infine, chiediamo massima trasparenza sui bandi per il cloud nazionale. La presenza di manager di big tech nei comitati consultivi rischia di creare situazioni di vantaggio nei bandi per il Polo Strategico, con distorsioni della concorrenza. Chiediamo all’Agcom massima vigilanza”.
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