«La responsabilità sociale chiesta ai lavoratori e alle imprese è dovuta in primo luogo allo Stato e al suo governo. Sarebbe una scelta di grandissima irresponsabilità, socialmente ed economicamente delittuosa, tagliare di punto in bianco i finanziamenti all’editoria, segnatamente ai giornali delle cooperative, a quelli di idee, delle minoranze linguistiche o pubblicati e diffusi tra le nostre comunità all’estero». Lo ha affermato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, nel corso di un convegno sul welfare della categoria insieme a Inpgi e all’Associazione stampa del Friuli.
Quello di Siddi è un vero grido d’allarme per il lavoro di migliaia di persone: «L’ipotesi di riduzione dei fondi a 50 milioni di euro circa per il prossimo anno, se non ritirata subito dal tavolo, puo’ far chiudere a fine anno quasi 100 testate, mandare a casa migliaia di lavoratori, non solo giornalisti, scaricandoli sul capitolo degli ammortizzatori sociali, comunque un costo (assolutamente improduttivo e non volto ad alcun indirizzo di crescita)». «È evidente – prosegue Siddi – che l’editoria vive una fase di trasformazione industriale che va invece accompagnata per determinare nuovo sviluppo anche in una moltiplicazione di offerte di informazione attraverso diverse piattaforme. Si tratta di sostenere il pluralismo e di promuovere l’occupazione regolare e professionale. Anche i sistemi di previdenza, non solo quello dei giornalisti ma anche quello generale dell’Inps, si possono reggere se il mercato del lavoro, e quindi delle retribuzioni e delle contribuzioni, si rimette in moto e non solo attraverso manovre di riduzione o ritardata erogazione degli assegni di pensione. Il tempo sta scadendo».
«Per questo dopodomani in una conferenza stampa in Senato lanceremo un appello -conclude Siddi- per una grande alleanza civica di pulizia morale nel settore e per un impegno primario con carattere di indipendenza dello Stato in quanto tale e non delle fazioni che se ne stanno impossessando».
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