Il settore della distribuzione della stampa in Francia è stato talmente stravolto dai contenuti digitali e dall’evoluzione dei lettori, che il settore è interamente collassato, tanto che si stima abbiano chiuso negli ultimi 5 anni circa il 45% delle edicole del paese.
Tutto ha origine in Francia dalla famosa legge “Bichet” del 1947, che ha permesso di organizzare, nel contesto postbellico, la pluralità di informazioni e l’uguaglianza tra gli editori, indipendentemente dalle loro dimensioni o dalle opinioni che esprimono. Oggi tutto questo è stato superato e si è reso necessaria una corposa e massiccia revisione delle norme, soprattutto dopo le ripetute crisi di Presstalis, il principale operatore della distribuzione, che ha messo in evidenza i difetti dell’attuale quadro legislativo e il regolamento che organizza le vendite.
In questo contesto, Bruno Le Maire , ministro dell’Economia e delle finanze, e Françoise Nyssen , ministro della cultura, hanno affidato a Marc Schwartz , consigliere principale della Corte dei conti, la missione di monitorare la situazione Presstalis nel quadro della negoziazione di un protocollo di conciliazione e proponendo, procedendo ad un’ampia consultazione del settore, un superamento della “legge Bichet” e del quadro normativo attinente alla distribuzione alle edicole.
La relazione risultante da queste riflessioni rivolte ai ministri è stata resa pubblica, in modo che l’analisi e le raccomandazioni in essa contenute siano condivise con tutti gli attori del settore e possa dar luogo a un dibattito costruttivo sulla riforma distribuzione della stampa che sarà discussa in Parlamento entro fine anno.
La novità più eclatante è quella che gli edicolanti potranno scegliere esattamente i prodotti editoriali che vorranno esporre ma soprattutto deciderne la quantità. Si tratta di una vera e propria rivoluzione che porterà decise ripercussioni sia sulle vendite che sulla domanda.
Come ogni legge, porterà sicuramente dei vantaggi sulla distribuzione e sul reso ma con la fine dell’obbligo di distribuire su tutto il territorio nazionale, molti giornali di piccoli editori non saranno più venduti perché non saranno in grado di competere con i maggiori editori nelle trattative con i distributori. Questo processo porterebbe ad una differenziazione nell’accesso alle informazioni tra grandi città e territori rurali.
Ma non è tutto, nella relazione alla Legge ci sono anche altre novità in positivo per gli edicolanti soprattutto riguardo la turnazione, l’orario di apertura e chiusura, la digitalizzazione, gli incentivi economici e soprattutto la concessione di poter vendere anche prodotti da fumo.
Insomma, la Francia si appresta, per salvaguardare le edicole, a licenziare una delle leggi più importanti dal dopoguerra, mentre in Italia vige l’immobilismo assoluto, anzi qualcosa si muove. Vogliono abolire l’ordine dei giornalisti ed eliminare i miseri contributi all’editoria che son rimasti per le piccole cooperative..
Evviva l’Italia, visto che non esisteranno più voci plurali e resteranno solo i grandi colossi, noi gente normale andremo tutti a scrivere sulla piattaforma Rousseau di quanto siamo belli e di quanto siamo fighi…ah dimenticavo che c’è Facebook, anche quello è giornalismo. Ma sapete che vi dico? Quasi quasi resto a casa sul divano e mi vedo un bel film…tanto a fine mese mi arriva il reddito di cittadinanza…
Avanti un altro…viva la buena vida
Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…
Il Garante per la privacy sanziona ChatGpt: per Sam Altman e la sua Open Ai…
La notizia è passata, come spesso accade, quasi in sottofondo. In Italia Google è il…
Usigrai torna ad alzare la voce e lo fa sul piano di incentivazione all’esodo promosso…
Il gruppo Visibilia passa di mano: lo ha annunciato Il Giornale, ieri sera, nell’edizione online…
La voce ricavi di Google “vale” tre volte quella di Rcs-Cairo Communications, cinque volte Gedi.…