Nell’ambito della riforma della televisione pubblica, Christine Albanel, ministro della cultura e della comunicazione, ha indetto una consultazione pubblica sul disegno di legge di riforma della televisione pubblica al fine di raccogliere i pareri delle parti interessate. Il testo sottoposto a consultazione, però, è incompleto perché mancante di tutta la parte riguardante il regime dei contributi alla produzione audiovisiva e cinematografica. Il termine ultimo per la consultazione scade oggi, lunedì 24 novembre.
Risale ormai a quasi un anno fa la proposta del Presidente Sarkozy di liberare la tv pubblica da ogni tipo di interruzione pubblicitaria. Il timore espresso dai giornalisti che lavorano per France Televisions è di non riuscire a trovare una fonte di finanziamento altrettanto cospicua e che tale vuoto si ripercuota sulla qualità dell’offerta pubblica. I fondi derivanti da ricavi pubblicitari ammontano a circa 800 milioni di euro all’anno, una somma certamente non facile da recuperare e che rappresenta circa un terzo delle risorse di France Televisions.
Il compito di studiare soluzioni di finanziamento alternative è stato affidato ad una Commissione speciale, guidata da Jean-Francois Copè, costituita da rappresentanti parlamentari di destra e di sinistra e da professionisti del settore. Lo scopo del dibattito parlamentare è soprattutto concentrato sull’obbiettivo di evitare che la pubblicità che abbandonerà le emittenti pubbliche non finisca su Internet e i nuovi media ma resti nel mondo della televisione, sia digitale che analogica. Per questo motivo si è anche parlato della possibilità di approvare, parallelamente alla legge che elimina la pubblicità dalla tv pubblica, anche una legge che introduca una seconda interruzione pubblicitaria nelle fiction e nei film trasmessi sui canali privati.
Per riempire il vuoto degli introiti pubblicitari le ipotesi paventate riguardano l’introduzione di una tassa sulle frequenze radioelettriche, una tassa sulle entrate pubblicitarie supplementari delle tv private e/o una tassa sul fatturato di operatori telefonici e fornitori di accesso a Internet. Secondo alcune fonti, alla fine, sarà scelta una sola linea di finanziamento e la tassa agli operatori telefonici sembra la più probabile.
Fabiana Cammarano
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