Editoria

Forfettizzazione delle rese, cosa prevedono le nuove regole

Forfettizzazione delle rese, come abbiamo anticipato nella nostra circolare n. 15/2021 provvediamo a passare in rassegna con singoli approfondimenti le diverse misure relative all’editoria adottate con il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73.

La prima misura che prendiamo in esame è la forfettizzazione delle rese dei giornali, in quanto è sostanzialmente l’unica misura che non richiede disposizioni di attuazione e, pertanto, è immediatamente efficace.

Cosa dice la nuova norma

L’articolo 187 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 aveva già elevato la percentuale di forfettizzazione delle rese dei giornali, limitatamente al 2020, dall’ottanta per cento al novantacinque per cento. La nuova norma ha, quindi, esteso anche al 2021 il beneficio della maggiore forfettizzazione delle rese.

Ricordiamo che l’Iva sull’editoria ha un particolare regime, cosiddetto monofase, in ragione del quale l’Iva, che diventa un costo, sui prodotti editoriali viene assolta direttamente dall’editore che assorbe tutti gli adempimenti connessi all’applicazione dell’imposta.

L’articolo 74 del D.P.R. n. 622/1972 prevede che l’Iva sull’editoria possa essere assolta con due diversi regimi: sulla base delle copie vendute e sulla base della forfettizzazione delle rese.

Un esempio concreto

Quando si calcola con il metodo della forfettizzazione delle rese, il valore imponibile si abbatte della percentuale stabilita dalla legge. Percentuale, appunto, aumentata dall’ottanta al novantacinque per cento dall’articolo 67 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73.

Senza alcun carattere di esaustività provvediamo a fare una esemplificazione per far comprendere l’impatto della nuova norma nell’ipotesi di un giornale che stampa e consegna in un mese 100.000 copie al prezzo facciale di 1 euro.

Le copie su cui calcolare l’Iva in ragione dell’abbattimento dell’ottanta per cento sono 20.000. Quindi, l’iva viene calcolata, scorporandone il valore, su 20.000 euro ed è pari ad euro 769,23 (l’aliquota è del 4 per cento).

Il valore dell’Iva a debito deve essere riportato sul registro delle tirature e, in sede di liquidazione, l’importo di euro 769,23 da sommare al valore delle operazioni imponibili attive (pubblicità, ad esempio) per determinare il valore dell’Iva a credito o a debito.

Adempimenti da ricordare

In contabilità si farà una scrittura molto semplice con in dare l’Iva editoria (essendo un costo va classificato come onere diverso di gestione) e in avere il debito verso l’Erario per Iva.

Con la nuova percentuale di forfettizzazione, le copie su cui calcolare l’imposta sono 5.000, per cui l’imposta, calcolata su un valore di 5.000 euro, è pari ad euro 192,30. I metodi di rilevazione contabili sono sempre gli stessi.

In sintesi, il risparmio di imposta per un giornale che stampa e distribuisce 100.000 copie in un mese è di euro 576,93. Ricordiamo che questa agevolazione è prevista solo fino al 31 dicembre 2021.

Non siamo entrati nel merito delle diverse implicazioni del regime Iva editoria per garantire la facilità di lettura della presente circolare.

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