In occasione dell’incontro avvenuto a Roma con il Sottosegretario con delega all’editoria, Luca Lotti, il Presidente della Fieg, Giulio Anselmi, sembra aver chiuso a suo favore il primo round sull’attuazione del nuovo decreto che riguarda i fondi per l’editoria.
Al meeting romano sono stati presentati, dai due Vicepresidenti Fieg, Azzurra Caltagirone e Giuseppe Ferrauto, i dati relativi ad un recente studio di settore che confermano lo stato di crisi che, da anni, affligge l’intero comparto.
E più precisamente, anche in questi primi mesi del 2014, è stata evidenziata l’erosione che ha riguardato punti strategici, legati all’editoria, come le inserzioni pubblicitarie e la vendita delle copie cartacee, per non parlare della mobilità e della perdita del posto di lavoro di centinaia di unità.
Secondo quanto dichiarato dal presidente Anselmi, i cenni di ripresa dell’anno in corso, sono ancora troppo timidi per parlare di “una vera e propria riscossa” e, al contempo, è impensabile sperare in un riscatto della nostra economia, senza che questa sia preceduta, o almeno accompagnata, da un ritrovato vigore nel settore della stampa, e dell’informazione in generale.
Al convegno è intervenuto anche Roberto Sommella dell’Agcom, che ha presentato una ricerca dal titolo “Un nuovo lettore, un nuovo quotidiano”, un’indagine focalizzata sui nuovi sistemi con cui oggi viene veicolata la comunicazione che stanno cambiando profondamente il rapporto con i suoi fruitori, marcando sempre più le differenze tra offline e online.
Nonostante questi autorevoli interventi, patos ed attesa si erano generati nei presenti, per le dichiarazioni del Sottosegretario Lotti che non si sono fatte attendere: il rappresentante del Governo, presa la parola, ha manifestato il parere favorevole all’accoglimento delle proposte della Fieg, rispetto al nuovo decreto, soffermandosi in modo particolare sull’annosa questione dei fondi da destinare al settore.
La chiusura del forum è stata affidata al sindaco capitolino, Ignazio Marino che ha ringraziato tutti gli editori presenti e non, perché “in un momento di congiuntura sfavorevole, come quello che stiamo ancora vivendo, l’impegno degli editori e di tutte le professionalità che con serietà ed impegno svolgono il proprio lavoro, rappresenta un prezioso contributo per la crescita della democrazia e della cultura nel nostro paese”.
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